La Dottrina Militare Sovietica contro La Dottrina NATO
Massa e individuo nella storia del pensiero strategico e militare

Il XX secolo ha visto scontrarsi dottrine militari contrapposte: da una parte l'uso massiccio e sacrificabile di uomini tipico della strategia sovietica, dall'altra l'approccio NATO, che privilegia la difesa collettiva e la protezione della vita dei soldati attraverso superiorità tecnologica ed efficienza operativa - Immagine generata con IA
Il XX secolo è stato caratterizzato da conflitti catastrofici come le due guerre mondiali e l'ascesa del socialismo in Russia, che hanno segnato profondamente lo sviluppo di diverse dottrine militari e di strategie contrapposte, come quelle sovietica e NATO. La Rivoluzione Russa del 1917 portò a una nuova concezione della guerra da parte russa, concezione che si sviluppò ulteriormente durante i due conflitti mondiali. I russi iniziarono ad adottare tattiche che prevedevano un uso massiccio, indiscriminato e sproporzionato di uomini, aerei e mezzi corazzati, il cui numero e la cui rapidità avrebbero dovuto portare a una rapida vittoria sul nemico, contando sulla quantità di uomini e mezzi piuttosto che sulla loro qualità. Nella seconda guerra mondiale, i principi di tale dottrina si rivelarono in tutta la loro eclatanza: masse di uomini dell'esercito russo venivano sacrificati in nome del raggiungimento di obiettivi strategici, senza alcuna considerazione per la preservazione delle vite dei singoli soldati. Il sacrificio collettivo veniva enfatizzato e l'ideologia politica veniva traslata e applicata anche alla strategia militare. A causa di queste tattiche, l'URSS subì 24 milioni di morti durante il secondo conflitto mondiale, un numero catastrofico che riflette la disperazione, ma anche la strategia delle autorità sovietiche.
Al contrario, la dottrina militare della NATO enfatizza la cooperazione collettiva e una difesa elastica che implica anche la perdita di terreno e la rinuncia a obiettivi tattici pur di preservare la vita dei propri soldati. Questo approccio strategico riflette i principi di individualismo e libertà individuale propri del pensiero politico e filosofico occidentale, radicalmente diverso da quello asiatico di stampo socialista. Il comando NATO preferisce utilizzare la superiorità tecnologica e l'efficienza operativa per minimizzare le perdite e bilanciare i guadagni strategici con la perdita di vite umane.
Queste due visioni contrapposte hanno caratterizzato la storia della guerra e dei conflitti durante il XX secolo.
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Toniatti Francesco - Docente di Storia e Studi Orientali, Master of Arts in International Relations
2025-09-15