I giornali di Bonaparte: canali di informazione o disinformazione?
Un assaggio della propaganda Napoleonica in Egitto
Immagine creata con IA
Nessuno ha mai compreso quanto fosse importante il sostegno della massa, quanto Napoleone. Infatti, già agli inizi della sua carriera politica si è dimostrato molto abile nel maneggiare gli strumenti per manipolare l’opinione pubblica. Utilizzò la sua abilità non solo nei riguardi del popolo francese, ma la esportò in molte campagne militari. Un esempio è la campagna d’Egitto durante la quale fondò “Le Publiciste”, rivolto alle popolazioni locali, che lo inneggiava come un nuovo Alessandro Magno e il “Courrier de L’Egypte”, giornale stampato per le truppe in Egitto, sul quale dichiarava che “era prossimo a essere considerato il successore di Maometto”. Questi fogli riportavano anche presunte conversazioni tra lui e tre Imam, come dimostrazione del suo essere ben voluto dalla popolazione locale. Possiamo vedere un estratto dal libro di Andrew Roberts “Napoleone il grande”:
Bonaparte: Gloria ad Allah! Non c’è altro Dio se non Dio; Maometto è il suo Profeta e io sono suo amico…
Suliman (Imam): Salve anche a te, invincibile generale, favorito di Maometto!
La conversazione prosegue con l’interpretazione di Bonaparte del Corano, affermando che la sua lettura lo ha portato a credere che una coalizione tra egiziani e francesi fosse “volontà di Maometto” e che il Profeta favorisse “il commercio con i Franchi”. Napoleone non si avvaleva soltanto dei classici mezzi di informazione per promuovere la sua figura in Egitto, ma organizzò anche eventi come una festa in cui vi parteciparono cento chierici, alla quale ai francesi fu concesso di bere vino, e Bonaparte venne nominato genero del Profeta, con il nome di “Ali-Bon-parte”. Un ufficiale francese ricordava “I soldati erano dei politici nelle loro espressioni, quando tornavano ai loro alloggi ridevano di quella commedia”. In effetti non era altro che una commedia, perché, vent’anni dopo, quando chiesero a Bonaparte se avesse mai davvero abbracciato l’Islam, rispose ridendo: “La religione di un soldato è combattere; io non l’ho mai cambiata. L’altra è una faccenda da donne e da preti. Quanto a me, adotto sempre la religione del paese in cui mi trovo”.
Andrew Roberts, Napoleone il grande, UTET, 27 aprile 2021
2025-11-15