Ascanio de Mori da Ceno
Condottiero e Poeta alla corte dei Gonzaga di Mantova

Amico di Torquato Tasso e figura poliedrica del Rinascimento, Ascanio de' Mori da Ceno intrecciò poesia e esperienza militare alla corte dei Gonzaga, lasciando un'impronta unica nella letteratura e nella cultura del suo tempo - Immagine generata con IA
Ascanio de' Mori da Ceno (1532-1591) è una figura poco conosciuta, ma non per questo meno importante nella storia del tardo Rinascimento italiano. Celebrato sia per le sue imprese come capitano della cavalleria di Orazio Gonzaga di Solferino sia per la sua produzione poetica e intellettuale, Ascanio incarnava l'ideale perfetto dell'uomo rinascimentale, soldato di ventura e sensibile poeta, affrontò con coraggio le vicende belliche che infiammarono l'Italia del suo tempo. Nato a Ceno, in provincia di Bergamo, in Lombardia, Ascanio visse in un'epoca estremamente turbolenta della storia italiana, a cavallo tra le guerre d'Italia e la guerra contro i turchi, che si concluse con la battaglia di Lepanto nel 1571.
Pur non prendendo parte alla battaglia di Lepanto, la presenza di Ascanio è accertata in una campagna militare contro i turchi in Ungheria, nella quale si distinse per valore militare combattendo al fianco delle truppe imperiali asburgiche. Oltre a essere un valoroso soldato, Ascanio si distinse anche come dotto poeta, pubblicando nel 1580 il "Giuoco Piacevole", una raccolta che unisce dialoghi raffinati e componimenti poetici in lode delle donne e dell'amore romantico. La sua produzione letteraria fu fortemente influenzata dal petrarchismo e dalla poetica di Torquato Tasso, del quale Ascanio divenne un intimo amico durante il suo soggiorno alla corte Gonzaga di Mantova. Un'altra sua celebre opera furono le Novelle, pubblicate nel 1585 e ispirate al Boccaccio. Questi racconti, spiccatamente di tema cortigiano rinascimentale, riflettevano le sue esperienze personali fra gli intrighi e le trame romantiche della corte mantovana.
La vita di Ascanio fu intensa e ricca di avvenimenti, ma sfortunatamente segnata anche da lutti familiari, come la morte del figlio Africano. Tuttavia, l'autore riuscì a mantenere una vivace attività intellettuale fino alla sua morte, nel 1591. La sua eredità vive tuttora nella famiglia Ceni Toniatti di Milano e Mantova e io, autore di questa breve pillola, assieme a mio fratello, sono l'ultimo discendente di Ascanio, la cui eredità letteraria rimane tuttora viva nel nostro ricordo come simbolo della ricchezza del Rinascimento italiano.
Maria Giovanna Sanjust. “Ascanio de Mori da Ceno, Il Miraggio della Corte Mantovana.” Italianistica: Rivista Di Letteratura Italiana 16, no. 1 (1987): 51–79. sito: jstor.com
Treccani, "Ascanio Pipino de' Mori," Dizionario Biografico degli Italiani. consultato il 13 Dicembre, 2024.
Ascanio de Mori da Ceno. Giuoco piacevole. A cura di M. G. Sanjust. Roma: Bulzoni, 1989.
2025-05-13