Argentum Saxoniae

La scoperta di miniere d'argento in Sassonia e la rinascita monetaria europea

Esempi di pfennig sassoni - Wikimedia Commons

Nel X secolo l’economia monetaria europea era in crisi. Dopo un primo, poco durevole, tentativo di reintrodurre la circolazione di monete in Europa occidentale, avvenuto nella prima età carolingia, le coniazioni ripresero a calare e continuarono a farlo fino al tempo dell’imperatore Ottone I (962-73), quando vennero rinvenute nuove riserve d’argento a Goslar, in Sassonia.

La scoperta portò all’introduzione di una nuova moneta, il pfennig d’argento (in Inghilterra penny) e all’apertura di decine di nuove zecche nell’area, fino ad allora poco sviluppata economicamente. Ottone I ne fondò 12, ma alla fine del regno di Ottone III (m. 1029) ve ne erano ormai un centinaio. Per pura coincidenza, proprio nello stesso periodo, l’estrazione di argento in Asia Centrale entrò in crisi, favorendo la diffusione dei pfennig in molti ambiti, anche a Oriente. Tra gli ultimi decenni del X secolo e la prima metà dell’XI, dunque, la moneta tornò a circolare per fini economici in un’area compresa tra il Reno e l’Elba.

A partire dalla Sassonia i pfennig si diffusero verso sud, favorendo l’avvio delle coniazioni in Boemia, in Baviera e in Ungheria, fino al mar Nero; verso est, in direzione della Polonia e della Pomerania; verso nord, in Scandinavia e nella Rus’; e verso ovest, in Frisia e in Gran Bretagna. A dire la verità, tali primi tentativi di monetazione locale spesso furono di breve durata o intensità. Di grande interesse e curiosità è però il fatto che l’avvio delle coniazioni coincideva quasi sempre con la cristianizzazione dei popoli, e questo perché è probabile che i sovrani barbarici includessero i missionari cristiani attivi nei loro domini, all’interno della loro cerchia di consiglieri e che questi, provenendo da società in cui la monetazione era diffusa ed era un simbolo di sovranità, gli consigliassero di iniziare a coniare monete. Proprio nell’importazione di un elemento straniero in società non ancora pronte per l’economia monetaria, risiederebbe l’iniziale fallimento dell’attività di coniazione presso i popoli barbarici.



Bibliografia:

Peter Spufford, Money and its use in medieval Europe, Cambridge, Cambridge University Press, 1988.

Autore:

Marco Gianese - studente magistrale di Storia, Università Ca' Foscari Venezia.

Data di pubblicazione:
2025-06-22