Pugnalata pasquale alla schiena
L'insurrezione irlandese del 1916 e la repressione britannica

Francobollo celebrativo per i 25 anni della Rivolta di Pasqua emesso dalla Repubblica d'Irlanda nel 1941. Il francobollo raffigura un giovane ribelle, con alle spalle il General Post Office di Dublino, da cui gli insorti proclamarono la nascita dell'Irlanda libera e repubblicana - Wikimedia Commons
Nel 1916, mentre tutta Europa era concentrata sulla guerra, in Irlanda avvenne qualcosa destinato a cambiare la storia del paese. Il 24 aprile, circa 1500 ribelli armati facenti parte degli Irish Volunteers e coordinati dalla Irish Repubblican Brotherhood, occuparono i luoghi strategici di Dublino, proclamando la nascita della Repubblica d'Irlanda. I ribelli puntavano sul fatto che gli inglesi, impegnati nella guerra sul continente, non avrebbero avuto le forze per intervenire. Gli inglesi al contrario, proprio a causa della guerra, si convinsero della necessità di reprimere con la massima durezza la ribellione degli irlandesi, percepita come una pugnalata alle spalle nel momento di massima difficoltà del paese. Le forze britanniche, infatti, composte sia dalla polizia che dall'esercito, cinsero d'assedio Dublino, servendosi anche dei carri armati. Diverse strade della città furono distrutte dai colpi dell'esercito, causando la morte e il ferimento di diversi civili, circa duemila persone furono arrestate e vennero condannati a morte i sedici leader della rivolta. La durezza e le modalità della repressione suscitarono numerose critiche e costernazioni, tanto in patria quanto all'estero. In particolare, gli Stati Uniti, che l'anno dopo sarebbero entrati in guerra al fianco del Regno Unito, si indignarono per la segretezza e l'arbitrarietà dei processi che avevano portato alla fucilazione dei capi della rivolta. Lo stesso episcopato cattolico irlandese, tradizionalmente cauto nei confronti dell'indipendentismo, sia per mantenere buoni rapporti con le autorità inglesi sia per le idee repubblicane e socialiste di molti ribelli, condannò la durezza della repressione britannica. La reazione inglese convinse anche la maggioranza degli irlandesi della necessità dell'indipendenza e non della semplice autonomia, nota come "home rule", concessa da Londra nel 1914. I ribelli condannati a morte si trasformarono presto, agli occhi degli irlandesi, in eroici martiri caduti nella lotta contro l'oppressione inglese, e quella che fu poi chiamata “la Rivolta di Pasqua” del 1916 rimase un episodio significativo nella memoria e nella coscienza nazionale irlandese.
Lucia Ceci, La fede armata. Cattolici e violenza politica nel Novecento, il Mulino, 2022
2025-05-17