L'eroe genovese senza volto
Giovanni Giustiniani Longo contro Maometto II

Giovanni Giustiniani Longo, capitano di ventura genovese - Immagine creata con IA
Il 29 Maggio 1453, Costantinopoli (Bisanzio prima) si avviava a cadere sotto i colpi di artiglieria ottomana e a diventare l'odierna Istanbul. Il basileus Costantino XI, per difendere la città, aveva chiesto rinforzi, oltre che ai regni cristiani d'occidente, anche alle due repubbliche marinare di Venezia e Genova, che da sempre erano in buoni rapporti commerciali anche con il sultano. Proprio Genova possedeva una grande colonia (Galata) all'ingresso del Bosforo, nella quale commerciava floridamente sia con i bizantini che con i turchi. Per non inimicarsi nessuna delle due fazioni, il Doge genovese, Pietro Fregoso, decise di mandare "solo" due galee con a bordo 700 uomini, guidati da un valente condottiero: Giovanni Giustiniani Longo (1418-1453). Nato da nobile ed antica famiglia genovese, abili nella professione di mercanti, Giovanni nel 1448 venne nominato console di Caffa fino a quando nel 1450 venne destituito. Riprese così l'attività che fu della famiglia: i commerci, per poi darsi alle razzie marittime arrichendo la sua fama di guerriero, fino a che verrà chiamato nel 1452 dal doge per aiutare Costantinopoli. Una volta giunto nella capitale venne accolto come un eroe da Costantino XI che si inchinò e lo baciò offrendogli la guida totale della difesa della città. La salvezza di Costantinopoli era nelle mani di un italiano. Nonostante si rese conto che la situazione era critica, Giovanni accettò il ruolo di difensore (dietro anche un grande compenso) e si mise a difesa del punto più critico delle mura teodosiane. Longo ed i suoi uomini respinsero più volte con estremo valore gli assalti ottomani; lo stesso Giustiniani combatteva con abilità in prima linea, ottenendo i personali ringraziamenti dell'imperatore durante l'ultima messa, prima della caduta. Durante l'ultimo assedio, nel tentativo di respingere i giannizzeri, Giovanni venne ferito gravemente e portato dai suoi a Chio in Grecia dove morirà in seguito alle ferite, il 1 Giugno. Senza la sua guida la città cadde, ma il suo valore fu talmente grande che lo stesso Maometto II gli rese omaggio al momento della morte. Di lui non si ha nessuna iconografia, quindi non si sa che volto avesse l'eroe genovese.
David Nicolle, La caduta di Costantinopoli 1453, LEG Edizioni, 2015
Carlo Capra, Storia Moderna 1492-1848, Le Monnier, 2021
2025-08-17