Un ippopotamo a 3000 metri

Il trasporto del cannone da 149G

Cannone149G Cresta Croce

Sono molte le imprese compiute da tutti gli eserciti durante il primo conflitto mondiale, una che sicuramente però rimarrà nella storia è il trasporto del cannone da 149G fino alla cima della Cresta della Croce, ad oltre 3000 metri. Questo cannone, dove per G si intende il materiale con cui è fatto ovvero la ghisa, è stato soprannominato l’ippopotamo vista la sua grandezza e il suo peso non indifferente: parliamo più o meno di 6 tonnellate!

Avere un cannone di tali dimensioni e portanza, in un conflitto d’alta montagna, era di vitale importanza per il Regio Esercito, per due importanti motivazioni: in primo luogo si aveva un dominio incontrastato durante i bombardamenti visto la gittata (quasi 11km) e la capacità distruttiva; in secondo luogo visto le altitudini non erano presenti altre bocche da fuoco di tale dimensione che avrebbero potuto contrastarlo. Non serve sottolineare come fin da subito l’impresa viene considerata dai molti praticamente impossibile, troppo peso da portare troppo in alto, ma questo non bastava a fermare i nostri soldati che con la forza delle loro braccia riuscirono in soli 78 giorni a coprire i 1500 metri di dislivello che li dividevano dal Passo del Venerocolo (postazione originale pensata per il cannone) arrivando a destinazione il 27 aprile 1916. Il cannone subirà poi un altro spostamento per supportare il successivo assalto al Corno di Cavento, arrivando alla Cresta della Croce a 3276 metri, luogo nella quale si trova tutt’ora.



Bibliografia:

Approfondimento dell’autore

Viazzi Luciano, I diavoli dell’Adamello, Ugo Mursia Editore, prima edizione 1981, edizione utilizzata: IV edizione 2019, Milano

Martinelli Vittorio, “Guerra alpina sull’Adamello vol.1 1915-1917”, Edizione Povinelli, 1996, Bolzano

Autore:

Stefano Rossi – Studente Magistrale - Università Ca’ Foscari

Data di pubblicazione:
2025-04-06