Una parola dalle origini insospettabili
Tempura, una specialità tutta giapponese?

Caravelle in navigazione - Immagine generata con IA
Sicuramente la globalizzazione odierna ha avuto una fortissima accelerazione negli ultimi anni, grazie alle nuove tecnologie, specialmente nelle comunicazioni. Però si manifestava già in epoche passate. Per esempio l’arrivo dei Portoghesi in Giappone, nel 1543, introdusse molti oggetti e parole nuove nella vita e nella lingua giapponese, tuttora in uso, come pan (pane), tabako (sigaretta), paraizo (paradiso), oltre che orologi, occhiali e le cosiddette tanegashima (archibugi), che presero il nome dall’isola dove i portoghesi sbarcarono per la prima volta. Persino una parola oggi molto usata anche in Italia, “tempura” in realtà deriva proprio dal portoghese. Più precisamente ed in particolare dai missionari gesuiti portoghesi, che consumavano un piatto fritto di pesce durante i periodi (es. Quaresima) ed i giorni (es Venerdì) in cui non era consentito mangiare carne.
L’originale frittura portoghese è stata molto sviluppata in Giappone nel corso degli anni, diventando quel piatto tipico composto da una particolare frittura di diverse verdure, pesce, molluschi e gamberetti, caratterizzato da una certa leggerezza. All’inizio il costo e la scarsa diffusione dell’olio rendeva il piatto riservato alle classi più abbienti ma poi si diffuse molto in tutto il Giappone. Ciò che è meno noto è che la parola Tempura deriva dal latino Tempus – poris, ovvero la rinuncia alla carne in quattro date specifiche, una per ogni stagione, che sono appunto i quattro tempora, da cui il nome Tempura. Proprio per la rinuncia alla carne, che portava naturalmente a cucinare pesce.
Come si vede l’attuale globalizzazione è solo un’accelerazione dovuta alle moderne tecnologie, ma una certa globalizzazione è sempre esistita.
Rosa Caroli e Francesco Gatti, Storia del Giappone, Laterza, Bari, 2017, p.83-84
Sito: Treccani Tempura consultato marzo 2025
2025-04-05