Non solo bellezza

Riscoperta dei tanti significati che si celano nelle Veneri preistoriche

Alcune reperti archeologici chiamati Veneri preistoriche - wikicommons

Nell’antichità, prima ancora di sviluppare un codice scritto in lettere, l’essere umano preistorico giunse alla creazione di un linguaggio di stampo artistico. Numerose sono le scoperte archeologiche a testimonianza di questa straordinaria nuova capacità, citando in primis le Veneri, raffigurazioni di donne completamente nude in cui si andavano a pronunciare le tipiche parti del corpo femminile. Per questi oggetti è d’obbligo parlare di “arte” in quanto la loro produzione non sembra essere derivata da una necessità di sopravvivenza.

Tuttavia, forse alla base della loro creazione si può ritrovare un po’ di quell’originario spirito di conservazione. Le Veneri sono state così chiamate in onore della dea latina (in greco Afrodite) dell’amore e della bellezza. Quando queste raffigurazioni iniziarono a essere scoperte ai primi del ‘900, alcuni studiosi fecero combaciare la loro immagine con gli antichi ideali di bellezza. Si riteneva infatti che in una società nomade composta da cacciatori e raccoglitori fosse questo l’ideale di bellezza di una donna. La corpulenza diveniva così sinonimo di fertilità e la fecondità garantiva la continuazione per la comunità.

Nel tempo si è poi compreso che le Veneri furono prodotte anche da comunità non necessariamente nomadi, come può dimostrare l’insediamento proto-urbano di Çatalhöyük. Queste nuove scoperte hanno così permesso di vedere nelle Veneri un significato molto più profondo della mera bellezza.

Queste immagini potevano avere lo scopo di proteggere il nucleo familiare oppure di propiziare la caccia. Il primo caso prevederebbe la visione di una società in cui si ha già una netta divisione dei ruoli tra uomini e donne, quest’ultime impiegate nella gestione della casa e dei figli. La seconda proposta sembra invece ritornare all’idea di una comunità nomade. O anche queste Veneri potrebbero essere state create come ex voto in onore di una divinità.

Purtroppo la mancanza di testimonianze scritte lascia aperta ogni possibilità.



Bibliografia:

Sito: Scoperta a Çatalhöyük una eccezionale statuetta femminile neolitica, settembre 2016, Il Fatto Storico, visionato nel novembre 2024

Pasquale Farallo, LE VENERI PALEOLITICHE ED IL CULTO DELLA DEA MADRE, 2018, Archeologia, Arte e Cultura del Paleolitico 

Francesca Roncoroni, Le veneri paleolitiche: all'origine del femminile, 2019, EVA VS EVA, Gangemi Editore

Autore:

Sara Menegoi, docente di storia

Data di pubblicazione:
2025-03-09