Geopolitica

Nascita di un concetto controverso

Il geografo svedese Rudolf Kjellén - WikiCommons

Nonostante venga utilizzata al giorno d'oggi come sinonimo dell'espressione "relazioni internazionali", la parola "geopolitica" ha un'origine semantica molto diversa. All'inizio del Novecento, il primo ad utilizzare questa parola fu uno scienziato e geografo svedese di nome Rudolf Kjellén nel suo libro Lo stato come forma di vita (Staten som lifsform). Quello che interessava a Kjellén era studiare i modi attraverso cui la geografia - quindi montagne, corsi d'acqua, alture, pianure, deserti, e quant'altro - influenzava la politica estera di un determinato stato. Secondo Kjellén gli Stati vivevano in una sorta di "stato di natura" hobbesiano, dove ogni Stato lottava per la propria sopravvivenza. In particolare, per sopravvivere, era necessario espandersi per accaparrarsi le terre con le migliori risorse naturali, in modo da sostentare la propria nazione e il proprio popolo, anche a costo di causare la rovina di un altro Stato. In questa condizione di lotta continua, la geopolitica avrebbe avuto l'obiettivo di fornire ai decisori politici gli elementi geografici da tenere in considerazione per orientare la propria azione politica. Questo perché, nell'ottica di Kjellén, tutti questi elementi immobili avrebbero obbligato i politici a prendere determinate decisioni, ragionevolmente prevedibili. A Kjellén, infatti, interessava proprio questo: lo sviluppo di un sapere scientifico in grado di prevedere l'azione politica degli Stati studiando il modo in cui essi sarebbero stati costretti ad agire in base alle caratteristiche geografiche di un determinato spazio (come il continente europeo). Per fare un esempio pratico: secondo Kjellén, due Stati separati da una catena montuosa non sarebbero mai stati in guerra, dal momento che la catena montuosa in questione avrebbe impedito un'invasione via terra in vecchio stile. Oggi, il termine geopolitica è molto controverso ed è stato pesantemente criticato da molti studiosi: da un lato, è impossibile pretendere di prevedere l'azione degli Stati solo in relazione alla geografia, dato che molte variabili concorrono alla definizione della loro politica estera; dall'altro, le innovazioni in campo tecnologico e informatico (come i cyberattacchi) rendono in molti casi ininfluente la geografia degli Stati. 



Bibliografia:

Gearóid Ó Tuathail, Critical Geopolitics: The Politics of Writing Global Space, Univ of Minnesota Pr, 1996. 

Autore:

Giacomo Tacconi - Dottore Magistrale Unibo 

Data di pubblicazione:
2025-09-29