Segretezza a Venezia

Il Consiglio dei Dieci e la sicurezza della Repubblica di Venezia

Una bocca di leone per le denunce segrete presso il Palazzo Ducale (tratta da WikiCommons)

L'organo responsabile della sicurezza della Repubblica di Venezia era il Consiglio dei Dieci. Dopo essere stato istituito nel 1310 sotto il doge Pietro Gradenigo, si era poi evoluto in un servizio segreto più strutturato, finendo per comprendere attività diplomatiche e di intelligence (anche se, invero, le funzioni erano altre: in questo articolo il focus sarà dedicato alle attività di spionaggio e controspionaggio). Il Consiglio aveva la sua sede nel meraviglioso Palazzo Ducale, dove organizzò i primi servizi segreti collaborando con le magistrature veneziane quali il Senato, il Collegio e gli Avogadori de Comun. Inoltre, il Consiglio utilizzò attivamente la segretezza per determinare l'appartenenza alla cittadinanza veneziana, creando un confine tra chi sapeva e chi non sapeva; di conseguenza, la segretezza fu utilissima nel creare “una relazione dinamica e continua tra i suoi [del Consiglio] agenti e divenne sia la condizione che la conseguenza della formazione dell'identità di gruppo”. Il risultato naturale era che i cittadini veneziani comuni, cioè coloro che non appartenevano all'aristocrazia di antica formazione - e dunque esclusi dalla partecipazione politica dopo la Serrata del Maggior Consiglio del 1297 -, sentirono il dovere civico di contribuire alla sicurezza e agli interessi della Serenissima fornendo informazioni che potessero essere considerate utili dal Consiglio dei Dieci. La classe dirigente veneziana si aspettava dai cittadini un coinvolgimento attivo negli affari della Serenissima; di conseguenza, se un cittadino veniva a conoscenza di potenziali minacce alla sicurezza della Repubblica, lo stesso era tenuto a informare le autorità attraverso denunce formali per garantirne l'autenticità: ciononostante, l'anonimato del denunciante era comunque assicurato. Un mezzo attraverso il quale i cittadini potessero inviare queste denunce fu l'invenzione della “versione premoderna delle telecamere di sorveglianza”, le bocche di leone, cassette postali scolpite a forma di leone con la bocca aperta - visibili ancora oggi nelle calli veneziane - nei cui orefizi i cittadini dovevano depositare le denunce di possibili minacce per il governo. 



Bibliografia:

Christopher Andrew, The Secret World: A History of Intelligence (Londra: Allen Lane, 2018), 131-132. 

Filippo de Vivo, Information and Communication in Venice: Rethinking Early Modern Politics (Oxford: Oxford University Press, 2007), 40-45. 

Ioanna Iordanou, Venice's Secret Service: Organizing Intelligence in the Renaissance (Oxford: Oxford University Press, 2019), 56-81. 

Autore:

Giacomo Tacconi - Studente Magistrale - Unibo 

Data di pubblicazione:
2025-03-02