Diventare nazisti per combattere il fascismo

L'italianizzazione forzata dell'Alto Adige e il filo-nazismo dei sudtirolesi

Manifesto di propaganda filo-nazista e pangermanista rivolta ai sudtirolesi chiamati a votare tra il 1939 e il 1940. Il motto "Heim ins Reich", traducibile con "Ritornare nel Reich" era usato per esortare i tedeschi residenti all'infuori della Germania (tra cui quelli dell'Alto Adige) ad adoperarsi per la riunificazione dei loro territori al Terzo Reich. - Wikimedia Commons

Dopo la vittoria nella Prima Guerra Mondiale, il Sudtirol, in precedenza austriaco, venne annesso all'Italia. Il governo italiano, soprattutto in seguito all'avvento del fascismo, portò avanti un processo di italianizzazione forzata della regione, ribattezzata Alto Adige. Fu vietato l'uso del tedesco nei tribunali, negli uffici pubblici e nelle scuole. La toponomastica venne italianizzata e numerosi insegnanti, operai e militari italiani si insediarono nella regione. La popolazione germanofona trovò diversi modi per organizzarsi e resistere all'italianizzazione forzata. Uno di questi fu la creazione delle Katakunbenschulen, scuole clandestine istituite per fornire ai bambini un insegnamento nella loro lingua materna, appunto il tedesco. In seguito all'ascesa di Hitler, numerosi sudtirolesi videro nella Germania, e dunque nell'ideale di pangermanesimo presente nel nazismo, un punto di riferimento nella loro lotta contro il fascismo italiano. A partire dal 1934 iniziarono ad operare in Alto Adige organizzazioni pangermaniste come la Volksbund fur das Deutschtum in Auslande (Lega del popolo per il germanesimo all'estero), gestite sia dai locali che da agitatori giunti dalla Germania. In seguito all'Anschluss, la tensione tra i pangermanisti filo-nazisti e le autorità italiane raggiunse l'apice: molti sudtirolesi desideravano infatti che l'Alto Adige seguisse l'esempio dell'Austria, unendosi alla Germania. Addirittura, nell'aprile di quell'anno la polizia fascista sparò contro i manifestanti filo-nazisti. In seguito all'avvicinamento tra Italia e Germania, siglato dal Patto d'Acciaio nel 1939, la questione alto-atesina sembrò risolversi. Ai sudtirolesi furono date due possibilità: conservare la cittadinanza italiana e le loro terre, oppure diventare cittadini tedeschi ed emigrare in Germania o nei territori orientali che sarebbero presto stati conquistati. Ne seguì un plebiscito, in cui ben 185 mila votanti su 267 mila scelsero di lasciare l'Italia per la Germania nazista. Tuttavia, a causa degli eventi bellici, solo 77 mila di loro lasciarono effettivamente il paese, e dopo la fine della guerra circa un terzo di loro fece ritorno in Alto Adige.



Bibliografia:

Sergio Salvi, Le lingue tagliate. Storia delle minoranze linguistiche in Italia, Rizzoli, 1975

Pierre Milza, Serge Berstein, Storia del Fascismo, Rizzoli, 1995

Autore:

Leone Buggio, studente triennale dell'Università Ca'Foscari di Venezia

Data di pubblicazione:
2025-06-03