La Bibbia "ai confini delle terre degli Angli"
Il Codex Amiatinus come emblema del progetto spirituale e culturale di Benedict Biscop

Ms. Amiatino 1, f. 796v. Dettaglio decorativo - Wikimedia
Il ruolo centrale che rivestì l’inglese Benedict Biscop (628-690) nella fondazione di uno dei centri monastici più vitali nella storia del cristianesimo insulare è messo in risalto da uno tra gli intellettuali più importanti del medioevo inglese, Beda il Venerabile (672-735). Nella sua Historia Abbatum, egli fornisce i dettagli della fondazione, sul finire del VII secolo, del monastero gemello di Monkwearmouth-Jarrow, in Northumbria. È proprio qui che Beda visse e operò, avendo accesso a numerose fonti per la stesura delle sue cronache. L’abbazia di Monkwearmouth-Jarrow divenne un centro culturale e spirituale importantissimo e questo fu possibile soprattutto grazie alla lungimiranza di Benedict Biscop, il quale persino nelle caratteristiche architettoniche volle imprimere ciò che costituiva il carattere fondante della propria missione: la romanitas. L’antico prestigio romano, custodito dalla curia papale romana, fu importato da Biscop nella rurale Northumbria attraverso numerosi viaggi in Italia, volti principalmente al recupero di manoscritti. Tra questi ci dovette essere anche un’antichissima Bibbia, recuperata dall’abate Ceolfrith durante il quinto viaggio in Italia di Biscop: da questo esemplare furono realizzate nello scriptorium di Monkwearmouth-Jarrow tre copie, una delle quali è il famoso Codex Amiatinus. Attualmente conservato a Firenze, il ms. Amiatino 1 è il più antico manoscritto contente l’intera Bibbia nella traduzione di San Girolamo, corredata da un apparato decorativo stupefacente. Nella dedica a Papa Gregorio II posta al folio IV, oggi in parte obliterata da rasure di età successive, Ceolfrith si definisce Anglorum extremis de finibus abbas (“Abate ai confini estremi degli Angli”). La realizzazione di un prodotto di tale magnificenza in un contesto periferico e rurale come la Northumbria dell’epoca è in gran parte merito di Benedict Biscop, il quale, ispirando una nuova spiritualità che aveva come centro gravitazionale il recupero della romanitas, diede vita a un rinnovato e straordinario clima culturale.
Michelle P. Brown, Bede and the Theory of Everything, London: Reaktion Books, 2023.
Sito: Meyvaert, Paul. “Bede, Cassiodorus, and the Codex Amiatinus”, jstor.org in Speculum vol. 71, no. 4, 827-883. Chicago: The University of Chicago Press, 1996. Conultato Febbraio 2025
Patrick Wormald, The times of Bede: studies in early English Christian society and its historian, Oxford: Wiley-Blackwell, 2006.
Sofia Comini, studentessa magistrale in Scienze dell'Antichità (Università Ca' Foscari Venezia)
2025-05-23