Una morte indegna per un grande cavaliere
L'uccisione di re Riccardo "cuor di leone"

Riccardo I d'Inghilterra in un ritratto del 1841 - Wikipedia
Riccardo I d'Inghilterra (1157 - 1199) fu sicuramente uno dei re più famosi passati alla storia. C'è da dire però che di inglese Riccardo non aveva nulla. Non parlava la lingua anche se nato ad Oxford, passò solo 1 anno a palazzo dei suoi 10 totali di regno (1189 -1199), preferendo restare in Francia in Aquitania (terra della madre) e in Normandia; terre delle quali era anche Conte e Duca. Si interessò all'Inghilterra solo per riscuotere ingenti somme di denaro, per finanziare le sue continue campagne militari, che lo terranno sempre lontano dal regno, lasciando i sudditi in povertà e facendosi odiare da essi. Si deve un ricordo positivo della sua figura di regnante, solo grazie alla politica ancora peggiore messa in atto dal successore Giovanni "senza terra" e all'opera di Robin Hood. Se di Riccardo I non si poteva dire che fosse un re esemplare, di certo era apprezzato per essere un formidabile cavaliere e capo militare. Tornato dalle Crociate riprese la guerra contro Filippo Augusto di Francia, il quale gli aveva sottratto territori durante la sua assenza. Le conquiste sul suolo francese portarono Filippo a chiedere la pace nel 1199. Nel ritorno in patria, Riccardo decise di domare alcuni baroni ribelli e di assediare il castello di Châlus-Chabrol, in quanto poco difeso e custode di un grande tesoro (secondo la leggenda). Vista la facile preda il re stava sotto le mura senza cotta di maglia, insultando gli assediati e dirigendo i lavori di assedio; quando un anziano balestriere lo colpì al collo. Cuor di leone minimizzò l'accaduto, addirittura sedendosi con calma a parlare con i soldati vicino le mura, per poi farsi togliere a fatica la freccia da un chirurgo nella sua tenda. La ferita però peggiorò rapidamante in cancrena portando il re alla morte pochi giorni dopo. In punto di morte diede un banchetto di addio e fece chiamare il balestriere premiandolo con 100 denari, lasciandolo poi andare per la sua "impresa". Anni di crociate, guerre e scontri non avevano scalfito Riccardo Cuor di leone; ucciso invece per colpa della sua spavalderia e troppa sicurezza, in una battaglia già vinta. Una morte "ridicola" per il miglior guerirero del suo tempo.
Jean Flori, Riccardo Cuor di Leone. Il re cavaliere, Einaudi, Torino, 2002
2025-05-20