Jurij Alekseevič Gagarin

La propaganda sovietica e il primo uomo nello spazio

Francobolli sovietici che celebrano l'impresa di Gagarin - Wikimedia Commons

Il 12 aprile 1961 l'Unione Sovietica ottenne un grande successo a livello internazionale, riuscendo a mandare per la prima volta nella storia un uomo nello spazio: il cosmonauta Jurij Gagarin. L'evento venne celebrato dalla propaganda dell'Urss, ed oggi possiamo fare interessanti considerazioni su come venne dipinta e modellata l'immagine di Gagarin, l'eroe del momento.
A differenza di quanto sarebbe potuto succedere in Occidente, Gagarin non venne mai esaltato come singolo uomo dalle doti eccezionali, ma come il prodotto di un lavoro collettivo, il miglior frutto nato e coltivato dalla società sovietica. Sin dalla telefonata con l'allora leader dell'Urss Nikita Chruščëv, avvenuta il giorno dopo la camminata nello spazio e diffusa in tutta l'Unione Sovietica, passando poi per le celebrazioni nella Piazza Rossa e nelle successive interviste, di Gagarin venivano esaltate l'umiltà, la dedizione al Partito e al Comunismo, l'amore per la Patria sovietica. Il cosmonauta divenne sì una star, ma una star del sistema e per il sistema.
La sua origine proletaria (uno dei motivi per cui fu scelto proprio lui per la missione nello spazio) fu sottolineata continuamente, ed egli si dimostrò sempre orgoglioso di essa e della sua famiglia di lavoratori sovietici. Gagarin, che aveva militato nel Komsomol, doveva essere di esempio soprattutto per i giovani: l'immagine di un roseo futuro di conquiste e successi sotto la guida del Partito Comunista.
Gagarin divenne inoltre uno strumento per la diffusione dell'ateismo di Stato e della lotta contro la religione all'interno dell'Urss: non aveva visto né sentito la presenza di alcun essere superiore nello spazio e vennero stampati e distributi manifesti con Gagarin nello spazio e la scritta "Dio non c'è". Il successo era dovuto alla scienza e alla tecnologia sovietiche, le uniche divinità laiche da onorare.
Tutto doveva servire ai fini ideologici dello Stato sovietico, dalla vita di un singolo uomo alle grandi imprese spaziali; tutto doveva essere utilizzato per un fine superiore, sempre sotto la guida del Partito Comunista: la costruzione della società del futuro, la società socialista.



Bibliografia:

Gian Piero Piretto, Quando c'era l'Urss - 70 anni di storia culturale sovietica, Raffaello Cortina Editore, Novara, 2018
Nicholas V. Riasanovsky, Storia della Russia. Dalle origini ai giorni nostri, Bompiani, 1992

Autore:

Carlo De Vita

Data di pubblicazione:
2025-03-05