Da locandiere a re
L'ascesa di Gioacchino Murat, esempio di riscatto sociale nel regno napoleonico

Ritratto di Gioacchino Murat in uniforme - Wikicommons
Con l'avvento al potere di Napoleone e il diffondersi delle idee della Rivoluzione Francese, molte cose cambiarono in Europa. Tra queste si videro i privilegi nobiliari cadere in rovina, in particolare nelle cariche pubbliche e militari, aprendo la strada anche alla gente comune; ora finalmente libera di poter fare carriera nell'amministrazione e nell'esercito in modo meritocratico. Tra queste storie spicca quella di Giocchino Murat (1767 - 1815). Ultimo figlio di una comune coppia di locandieri, la vita del giovane Gioacchino non offriva grandi prospettive. Venne indirizzato alla vita di chiesa ma, essendo amante delle donne, del gioco d'azzardo (contrasse molti debiti) e della bella vita, si mise nei guai con la legge. Per sfuggire ai rimproveri del padre, scelse l'unica altra vita per lui possibile: quella militare, arruolandosi nel 1787, cacciato per insubordinazione nel 1789, per poi essere reintegrato nel 1791. Murat si fece notare fin da subito per le sue doti militari, entrando nella guardia di re Luigi XVI, per poi uscirne in quanto simpatizzante dei giacobini e non filo-monarchico. Dopo aver denunciato il suo ex capitano, Murat entrò nelle simpatie dei rivoluzionari fino a servire Napoleone nel 1795, il quale, accortosi delle doti di Murat, lo prese come uomo di fiducia. In breve tempo, grazie alla sua abilità di soldato e al coraggio dimostrato nelle varie battaglie napoleoniche (battaglia di Aboukir, di Bassano, di Moscova, di Austerliz,...) Murat divenne comandante della guardia del primo console (1799) e successivamente Primo Maresciallo dell'Impero nel 1804, la più alta carica dopo quella di Napoleone stesso (del quale Murat era parente in quanto aveva sposato la di lui sorella Carolina). Ma l'ascesa sociale di Murat non era ancora completa. Nel 1808 venne nominato addirittura re di Napoli dallo stesso Napoleone, nel suo progetto di una Europa sotto il comando suo e della sua famiglia. Tra i suoi primi atti di governo si contarono la concessione di un perdono per i disertori e lo stanziamento di sussidi per militari in ritiro. Morirà ridendo davanti al plotone di esecuzione, dopo aver perso la guerra per riprendere il trono nel 1815.
Alexandre Dumas, a cura di Giovanna Arese, Murat, Sellerio, 2005
2025-09-16