Intercettare una spia ottomana

David von Ungnad e il controspionaggio asburgico

Un agente absurgico intercetta una spia ottomana secondo l'IA. 

Alla fine di marzo del 1575, l'ambasciatore austriaco a Costantinopoli, il barone David von Ungnad, aveva inviato un dispaccio a Vienna, avvertendo l'imperatore Massimiliano II (r. 1564-1576) di una spia inviata a Madrid - ovvero l'altro polo dei domini asburgici - per trascorrervi un anno e ottenere informazioni su ogni questione utile da conoscere. In sostanza, Ungnad aveva intercettato, grazie alla sua rete di contatti, una spia ottomana. Ungnad trasmise anche il nome di questa spia, un uomo recentemente convertitosi all'Islam noto come Ahmed Bey, anche se l'ambasciatore usò il suo nome di nascita cristiano - Markus Penckner. Ungnad aveva già avvertito Hans Khevenhüller - l'ambasciatore asburgico (d’Austria) di stanza a Madrid - di tenere d'occhio ogni possibile agente sospetto inviato dagli Ottomani. Penckner avrebbe dovuto passare da Napoli per ottenere informazioni sensibili, data l’importanza strategica di Napoli negli affari asburgici in quanto sede del Vicereame spagnolo. Purtroppo per lui, la rete di contatti attivata da Ungnad si rivelò così efficiente che Penckner non raggiunse mai Dubrovnik, da dove intendeva imbarcarsi per attraversare l'Adriatico. La spia, dunque, non arrivò mai a Madrid e tornò a Costantinopoli il 23 aprile 1575. Alla fine Penckner divenne una spia che lavorava per l'ambasciata imperiale, aggiornando sempre gli austro-asburgici negli affari transilvani durante l'elezione al trono di Polonia di Stefano Bathory. L'efficienza di Ungnad può essere inquadrata come un'iniziativa imprenditoriale, poiché i dispacci di Ungnad erano “indubbiamente collegati ai suoi tentativi di sollecitare una pensione da parte del re Filippo II di Spagna e avevano lo scopo di fornire una prova del suo valore come fornitore di informazioni”. Questo evento mostra chiaramente quanto fosse attivo il mondo dello spionaggio all'epoca di queste iniziative; concepire gli ottomani come un soggetto capace solo di operazioni di controspionaggio sarebbe troppo semplicistico, poiché questa storia ha mostrato chiaramente la loro intraprendenza nell'ideare vere e proprie missioni di spionaggio - anche se in questo caso senza successo. 



Bibliografia:

Sito: Tobias P. Graf, ‘Knowing the “Hereditary Enemy”: Austrian-Habsburg Intelligence on the Ottoman Empire in the Late Sixteenth Century’, Journal of Intelligence History 21, no. 3 (2022) academia.edu: 268-288. (consultato Sett. 2024)

Sito: Maria José Rodriguez-Salgado, 'Eating Bread Together: Habsburg Diplomacy and Intelligence-Gathering in Mid Sixteenth-Century Istanbul', in Emilio Sola Castano and Gennaro Varriale, Detrás de las aparencias. Información y espionaje (siglos XVI-XVII) (Alcalá de Henares: Universidad de Alcalá, 2015), 73-100. (consultato Sett. 2024)

 

Autore:

Giacomo Tacconi - Studente Magistrale - Unibo 

Data di pubblicazione:
2025-03-15