Inno dei coccodrilli

Un testo misterioso composto da soli geroglifici di coccodrillo

Tempio egizio con geroglifici - Immagine generata con IA

La civiltà egizia è una delle culture antiche più affascinanti del mondo. La grandiosità delle piramidi, con i misteri delle tombe e dei testi lì nascosti, non per nulla rendono il luogo una delle sette meraviglie del mondo antico. Dalle prime campagne esplorative con Napoleone si è cercato di scoprire gli antichi segreti di una sfaccettata civiltà millenaria. Anche la scrittura, presente fin dalle prime fasi delle piramidi, ha affascinato e ancora oggi affascina tanto gli specialisti quanto il grande pubblico. Il geroglifico, parola greca che significa ‘segno sacro iscritto’, è un sistema nato per annotare la sola lingua egiziana e presenta una caratteristica particolare: l’iconicità, ossia il segno è ciò che rappresenta. Nelle fasi più antiche della lingua, infatti, un segno come il babbuino rappresentava semplicemente la parola egiziana per ‘babbuino’. Successivamente i segni assunsero altre funzioni: oltre che come ideogrammi, vennero utilizzati anche come fonogrammi, slegando il segno dalla parola e rappresentando un suono. Durante la fase del geroglifico tolemaico, o Égyptian de tradition, il geroglifico divenne una vera e propria Kunstsprache, ‘una lingua artificiale’ non più parlata ma usata solo in testi scritti. Risale proprio a questa fase della storia della scrittura egizia un oscuro testo chiamato ‘Inno dei coccodrilli’. Nel tempio di Khnum a Esna, costruito sotto i regni di Tolemeo VI e Tolemeo VIII (circa II sec. a.C), sugli stipiti di una delle porte d’ingresso è iscritto un lungo inno religioso, composto solo da geroglifici di coccodrillo. L’iscrizione, ancora oggi non interamente decifrata, si apre con una formula tipica degli inni e prosegue utilizzando oltre trenta varianti del solo segno del coccodrillo. Speculare a questa iscrizione è l’inno dell’ariete, sempre iscritto sugli stipiti della porta di questo spettacolare tempio. Entrambi questi testi sono certamente frutto di un esercizio erudito che assume al contempo aspetti di una ritualità spirituale, volutamente criptica e inaccessibile al lettore. In un Egitto ormai ellenizzato il geroglifico tolemaico mantenne il fascino di un’antica civiltà egizia in certi suoi aspetti ancora da svelare.



Bibliografia:

Sito: Christian Leitz, "Die beiden kryptographischen Inschriften aus Esna mit den Widdern und Krokodilen", Studien zur Altägyptischen Kultur 29, 2001, 251-276 Jstor.org (consultato a marzo 2025). 

Autore:

Sofia Comini, studentessa magistrale in Scienze dell'Antichità (Università Ca' Foscari Venezia)

Data di pubblicazione:
2025-06-24