Il salotto in cui si fece l'Italia

Storia del "salotto Maffei" e di una "piccola" protagonista del Risorgimento

Clara Maffei dipinta nel 1845 da Francesco Hayez, pittore celebre per i suoi soggetti risorgimentali e assiduo frequentatore del suo salotto. A causa della sua piccola statura, la Maffei era soprannominata anche "Clarina" e la "Contessina". - Wikicommons

Nella speranza di alleviare la tristezza della moglie dovuta alla perdita del loro figlio, nel 1834 l’aristocratico milanese Andrea Maffei iniziò ad invitare in casa alcuni famosi intelletuali: nacque così il celebre “salotto Maffei”. Ben presto infatti la casa divenne il luogo di incontro dei più celebri artisti e letterati dell’epoca, come Liszt, Hayez, Verdi, Manzoni e Balzac. Col tempo, il salotto divenne noto come luogo di ritrovo politico e di discussioni attorno alla futura Italia unita, ospitando personaggi quali Cattaneo, D’Azeglio, e Zanardelli. La vera protagonista era in ogni caso la padrona di casa, Clara Maffei. Descritta dai suoi ospiti come una donna colta dalla grande sensibilità e finezza intellettuale, essa era una grande sostenitrice della causa italiana, convinta dell’importanza degli intellettuali nello sviluppo di una coscienza nazionale. Politicamente, dopo un’iniziale adesione agli ideali radicali di Mazzini, lei e il suo salotto si avvicinarono sempre di più alle posizioni di Cavour, vedendo nei Savoia l’unica reale speranza di unificare il paese. Nel '48, Il salotto Maffei fu uno dei luoghi dove maturò l’idea di un’insurrezione antiaustriaca. In seguito alla repressione delle Cinque Giornate di Milano operata dal maresciallo Radetzky, la Maffei si adoperò per aiutare a fuggire in Piemonte e in Svizzera numerosi patrioti ricercati dalla polizia austriaca, tra cui Carlo Tenca, deputato della futura Italia Unita, cui la donna si era legata dopo la separazione dal marito. Per tutti gli anni ’50 il salotto rimase un luogo di ritrovo fondamentale per intellettuali e patrioti. In seguito alla vittoria nella battaglia di Magenta, a casa Maffei venne esposto il tricolore e suonata la Marsigliese, in omaggio agli alleati francesi. Addirittura, Napoleone III inviò una sua fotografia autografa alla Maffei per ringraziarla del suo supporto alla causa antiaustriaca. L'anno dopo, la Maffei si adoperò per raccogliere fondi destinati all’impresa di Garibaldi in Sicilia. Clarina rimase tuttavia delusa dell’Italia unita, soprattutto per l’impreparazione della sua classe politica e il poco spazio che veniva lasciato alle donne nella vita pubblica.



Bibliografia:

Elena Doni, Claudia Calimberti, Maria Grosso, Lia Levi, Dacia Maraini, Maria Serena Palieri, Loredana Rotondo, Francesca Sancin, Mirella Serri, Federica Tagliaventi, Simona Tagliaventi, Chiara Valentini, Donne del Risorgimentoil Mulino, 2011

Autore:

Leone Buggio, studente triennale dell'Università Ca'Foscari

Data di pubblicazione:
2025-03-18