La Legione Cecoslovacca
I volontari cecoslovacchi sul fronte italiano durante la Grande guerra.

Illustrazioni a stampa in formato cartolina di volontari cecoslovacchi sul Monte Baldo, 1918 - Archivio Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto
Durante la Prima guerra mondiale l’Esercito italiano impiegò migliaia di volontari stranieri. La ritrosia dei comandi ad impiegare i volontari era acuita dalle difficoltà di natura giuridica di armare cittadini austro-ungarici, fatti prigionieri nel corso del conflitto. Il governo dette il suo assenso alla creazione di unità di volontari cecoslovacchi, polacchi e rumeni solo nella primavera 1918, spinto dal Comando Supremo e da ufficiali, spesso "irredenti" trentini o giuliani, che ritenevano funzionale allo sforzo bellico e propagandistico far partecipare al conflitto anche ex prigionieri austro-ungarici, che optavano per schierarsi contro la Duplice monarchia. Dopo la formazione di piccole unità "di contatto", per avvicinare negli avamposti nemici soldati della medesima nazionalità per indebolirne il morale, ricavarne informazioni e favorirne la diserzione, si crearono dal 1917 delle piccole compagnie di romeni, polacchi e soprattutto cecoslovacchi. Nell'aprile del 1918 venne costituita la 6° divisione, definita anche Legione Cecoslovacca, forte di circa 10.000 uomini, con parte dei quadri e degli specialisti italiani, composta da due brigate, su due reggimenti di tre battaglioni, oltre a due battaglioni complementari e dai servizi. Il 24 maggio, sul Campidoglio, furono consegnate le bandiere di guerra. Il I° battaglione del 33° reggimento venne impiegato a metà giugno, sul Piave. La divisione fu poi impiegata sul fronte trentino, nella zona del monte Baldo, fino alla fine della guerra, al comando del generale Andrea Graziani. Alla vigilia dell'armistizio la divisone fu sdoppiata in un corpo d'armata, con aggiunti un gruppo squadroni di cavalleria, due autoblindo ed un aereo SVA. A Padova, l'8 dicembre i legionari prestarono giuramento di fedeltà alla neonata Repubblica cecoslovacca e vennero rimpatriati. Gli altri prigionieri di guerra cecoslovacchi furono organizzati in oltre 50 battaglioni territoriali, che tornarono in Cecoslovacchia nel corso del 1919. Un gruppo di ufficiali italiani accompagnò il corpo d'armata cecoslovacco fino a Praga; in patria il corpo d’armata venne precocemente impiegato in combattimento contro gli ungheresi.
Francesco Frizzera, Davide Zendri, L’Esercito Italiano nella Prima guerra mondiale, l’uniforme grigio-verde 1909-1919, Verlag Militaria, Vienna, 2022.
Davide Zendri
2025-03-24