La Bergamo di Età Comunale
Dal primo comune al dominio Veneziano

La città di Bergamo, nel cuore dell’Italia comunale medievale, visse un percorso storico di grande dinamismo, passando dalla libertà comunale al controllo veneziano. A partire dall’XI secolo, con la promulgazione dei primi statuti comunali, Bergamo si emancipò dai poteri feudali, sostituendo le autorità papali e imperiali con istituzioni autonome come assemblee cittadine, consoli e magistrati - Immagine generata con IA
Nel pieno del florido sperimentalismo politico e sociale dell'età dei comuni medievali italiani (XI - XII), Bergamo si andò affermando come un palcoscenico di grande rilevanza per una società in rapido cambiamento. Bergamo - con l'emanazione del suo primo statuto comunale - cominciò a costruire una nuova organizzazione cittadina emancipata dai poteri feudali precedentemente egemoni in Italia.
Al controllo di signori feudali incarnati nei messi e nelle aurotirà papali si sotituirono nuove istituzioni formate da assemblee cittadine, consoli e magistrati che includevano una parte molto consistente della popolazione nei processi governativi cittadini. Tuttavia a questi nuovi processi decisionali, apparentemente più democratici, seguirono a breve nuove e sanguinose lotte. Vecchie famiglie aristocratiche bergamasche come i Suardi e i Rivola cominciarono a dividersi in fazioni in lotta per il controllo delle nuove istituzioni politiche, mentre al contempo una nuova classe di mercanti e artigiani emergeva sempre più forte a contendere il potere ai vecchi ceti aristocratici.
I tumulti non impedirono alla città di prosperare e l'età comunale vide sorgere opere di grande rilievo, come la costruzione delle mura di Bergamo Alta e le torri civiche. Attività tessili e nella lavorazione dei metalli contribuirono ulteriormente alla ricchezza della città. Verso la metà del Trecento il comune perse progressivamente autonomia entrando nell'orbita del ducato di Milano, guidato dai Visconti. In questo contesto Pandolfo III Malatesta venne nominato come vicario dei Visconti per il controllo della città assieme a quello di Brescia.
Intanto la situazione in Lombardia era mutevole e la Milano dei Visconti prima e - successivamente degli Sforza - si contendeva con la Repubblica di Venezia il controllo dell'Italia settentrionale. Infine dopo intrighi e conflitti Venezia acquisì definitivamente il controllo di Brescia e Bergamo che entrarono a far parte del dominio veneziano dal 1428, in seguito alla pace di Ferrara. L'entrata nell'orbita veneziana inaugurò un nuovo periodo di prosperità e splendore per la città che inaugurava così il proprio ingresso nell'età del Rinascimento.
Elisa Occhipinti. L'Italia dei comuni. Secoli XI-XIII, Roma: Carocci Editore, 2001
Sito: Maria Nadia Covini. "Nell'età di Pandolfo Malatesta. Signore a Bergamo, Brescia e Fano." In Signorie e poteri territoriali nell’Italia del tardo Medioevo, a cura di Marco Gentile, 245–268. academia.edu, Milano: Vita e Pensiero, 2011.
Toniatti Francesco
Master of Arts in International Relations - University of Leiden
Master of Arts in History and Oriental Studies - University of Bologna
Former History Teacher - International European School of Warsaw
2025-03-01