La legge del più forte
L'assedio e la conquista dell'isola di Melo da parte degli ateniesi

Illustrazione ottocentesca della flotta ateniese.Tale flotta, rafforzata dai contingenti delle città e delle isole alleate, garantiva ad Atene il controllo dei mari. Questo faceva si che la polis si considerasse una grande potenza che poteva imporre la propria supremazia su ogni isola. - Wikimedia Commons
Melo era una piccola isola situata nell'arcipelago delle Cicladi, abitata da una popolazione di origine dorica. Non è ben chiaro quale fosse il suo posizionamento internazionale all'epoca della Guerra del Peloponneso. Nel 416 a.C, per iniziativa di Nicia, Atene si interessò all'isola. Vennero inviati a Melo degli ambasciatori, i quali esposero le richieste ateniesi: Melo doveva sottomettersi ad Atene, che si rifiutava di accettare il desiderio di neutralità dell'isola. Infatti, lasciare che un'isola come Melo, tanto piccola quanto strategica (essendo situata al largo della costa del Peloponneso) rimanesse neutrale avrebbe fatto percepire Atene come debole. Dal dialogo tra gli ambasciatori ateniesi e i melii, riportato da Tucidide, emerge chiaramente la mentalità ateniese di allora: termini come "giustizia" e "diritto all'autonomia" non avevano motivo di esistere quando si trattava di guerre e rapporti tra stati, poiché, in quel caso, contavano solo i rapporti di forza tra le potenze. L'unico caso, ammettono gli ateniesi, in cui si può parlare di "diritto" è quando si confrontano potenze dello stesso livello, ovviamente non il caso del confronto tra Melo e l'impero ateniese. Gli ateniesi minacciarono terribili conseguenze in caso di rifiuto, ma i melii non accettarono le loro condizioni, confidando nella giustizia divina o in un intervento degli spartani, a cui si sentivano legati dalla comune origine dorica. Nulla di tutto ciò accadde: la flotta della Lega delio-attica, guidata dai generali Cleomede e Tisia, assediò l'isola. La resistenza degli abitanti durò più del previsto e fu spezzata solo grazie a un traditore. Il trattamento riservato alla popolazione fu durissimo: tutti gli uomini adulti furono condannati a morte, le donne e i bambini deportati come schiavi e sull'isola venne inviata una cleruchia di 500 coloni ateniesi. Gli spartani arrivarono solo 11 anni dopo, quando il generale Lisandro occupò l'isola e scacciò gli ateniesi, facendo tornare i pochi melii sopravvissuti. Senofonte racconta inoltre che, con la sconfitta ormai imminente, gli ateniesi erano terrorizzati dall'idea che gli spartani facessero a loro quello che loro avevano fatto ai melii.
Marco Bettalli (a cura di), Introduzione alla storiografia greca, Carrocci, 2021
Hermann Bengston, Storia greca I: la Grecia arcaica e classica, Hermann Bengston, il Mulino, 1988
Sito: Tucidide Dialogo degli ateniesi e dei melii sulla giustizia in guerra , (traduzione di F. Ferrari) (Consultato settembre 2024)
2025-09-08