Militarismo missionario

L'organizzazione militare degli indigeni nelle missioni gesuitiche del Paraguay

Illustrazione della seconda metà del '700 raffigurante una  reduccion  gesuitica del Paraguay. E' visibile anche la cavalleria Guaranì, probabilmente impegnata in un'esercitazione. - Wikimedia Commons

Le reducciones gesuitiche del Paraguay, nonostante la loro fama di società armoniose e pacifiche, avevano bisogno di essere armate per la propria sicurezza. Infatti i Guayacurùes, popolazioni indigene ostili, talvolta attaccavano le missioni per saccheggiarle e fare schiavi. Tuttavia, la minaccia maggiore era rappresentata dai bandeirantes. Questi erano coloni portoghesi e meticci, spesso accompagnati da indigeni Tupi loro alleati, che attuavano spedizioni volte a distruggere le reducciones per fare schiavi gli indios che vi risiedevano. Inoltre, le reducciones, trovandosi formalmente nei domini spagnoli, erano tenute a fornire dei contingenti militari ai governatori di Buenos Aires e Asunciòn. Dunque, nel corso del '600 i gesuiti e le autorità spagnole provvidero ad armare e organizzare militarmente i Guaranì e gli altri indios delle missioni. Ogni reducciòn  formò dunque delle milizie indigene, composte da soldati sia a piedi che a cavallo. I missionari raccontano infatti che i nativi, una volta terrorizzati dai cavalli, avevano col tempo acquisito una grande abilità nel cavalcare, anche senza briglia e armati di lancia. La fanteria era inizialmente armata con archi, frecce, fionde e clave; tuttavia, quando gli indios dovettero confrontarsi con i bandeirantes, fu evidente la necessità di dotarsi di armi da fuoco. Avvenne quindi che, a partire dal 1645, gli spagnoli permisero agli indigeni delle reducciones di usare armi da fuoco: si crearono così reggimenti di fanti armati di picche e archibugi. Le armi venivano normalmente tenute in apposite armerie, sorvegliate da un ufficiale indigeno incaricato, e usate solo durante le esercitazioni, che si svolgevano nella piazza principale. In occasione delle feste e delle processioni religiose, al suono di tamburi e trombe, le milizie, guidate dagli ufficiali vestiti con eleganti abiti colorati, sfilavano per tutto il villaggio fino alla chiesa. A causa della costante minaccia dei bandeirantes, fuori dalle missioni vi erano sempre delle sentinelle, a piedi o a cavallo. Inoltre, per essere pronti in qualsiasi momento ad un attacco dall'esterno, i gesuiti concessero ai nativi di portare arco e frecce anche in chiesa.



Bibliografia:

Robert Bontine Cunninghame Graham, Un paradiso scomparso. La storia dei gesuiti in America del sud tra il XVII e il XVIII secolo, Castelvecchi, 2014

Ludovico Antonio Muratori, Il cristianesimo felice delle missioni dei padri della Compagnia di Gesù nel Paraguai,  Sellerio editore, 1985

Autore:

Leone Buggio, studente triennale dell'Università  Ca'Foscari di Venezia

Data di pubblicazione:
2025-02-09