Legionari: dal Trentino alla Spagna
I trentini del Corpo Truppe Volontarie nella Guerra di Spagna, 1936-1939
Legionari trentini della Bandera Tempesta, Compagnia Cesare Battisti, avanzano lungo la strada di Francia durante la battaglia di Guadalajara, marzo 1937.
I volontari trentini che parteciparono alla guerra civile spagnola nel C.T.V. furono circa 600: di età fra i 18 e gli oltre 50 anni, con scolarizzazione più alta della media, provenienti da quasi tutti i comuni, classi sociali e professioni. Nella scelta di arruolarsi furono determinanti i legami di amicizia e l’attività di referenti del Partito Fascista. Inizialmente i volontari furono inquadrati su base territoriale come nella compagnia Cesare Battisti. La guerra fu lunga e dura, con un’alta percentuale di feriti 43% e di caduti 7%. Un quarto dei combattenti fu decorato. Negli scritti dei soldati le motivazioni esibite sono di carattere ideologico: la difesa della causa fascista contro l’antifascismo e della religione cattolica. I riferimenti ai compensi in denaro sono indiretti ma gli stipendi erano rilevanti. Peculiare negli scritti dei trentini una continuità ideale con l’irredentismo della Prima guerra mondiale, come se volessero inserirsi nella storia del loro territorio. Pochi erano gli inscritti al P.N.F. prima della guerra. Non fu una campagna ufficiale del Regio Esercito e il C.T.V. si caratterizzò come un corpo di spedizione “fascista”, con i caduti dipinti come “martiri”. Dopo la vittoria e le parate in Spagna e a Napoli e Roma, i legionari tornarono nei loro paesi dove furono accolti come eroi dalle autorità politiche, militari, ecclesiastiche. Ai caduti furono dedicate vie, piazze, monumenti, palazzi, rifugi montani. Pochi mesi dopo scoppiò la Seconda guerra mondiale. Più di un terzo dei legionari venne richiamato ed essi si trovarono a combattere su tutti i fronti fino all’armistizio. Un decimo di loro conobbe la prigionia. Il numero degli ex legionari trentini che aderì alla Repubblica Sociale è comparabile con quello di chi aderì alle formazioni partigiane. La caduta del fascismo provocò la censura del ricordo di una guerra che non poteva essere raccontata: rimozione di onorificenze, targhe, busti, intitolazioni di luoghi pubblici ai caduti. Questa damnatio memoriae non colpì tutti e sopravvivono denominazioni di vie, lapidi commemorative e, recentemente, alcuni cimeli hanno cominciato ad affluire al Museo Storico Italiano della Guerra.
Gabriele Ranzato, Camillo Zadra, Davide Zendri, In Spagna per l’idea fascista. Legionari trentini nella guerra civile spagnola 1936-1939, Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto, 2008.
Davide Zendri
2025-12-02