Solomon Ashkenazi

Un medico ebreo durante la guerra di Cipro

Come un'intelligenza artificiale immagina un medico ebreo nella Costantinopoli di fine Cinquecento. 

Durante la guerra di Cipro (1570-1573), ovvero lo scontro tra veneziani e ottomani per il controllo dell'isola, una risorsa indispensabile per entrambe le parti si rivelò essere un tale Solomon Nathan Ashkenazi. Nato in una famiglia di origine ebraica a Udine - ed essendo dunque un suddito veneziano - Ashkenazi aveva studiato medicina a Padova, laureandosi ed esercitando la professione prima alla corte di Sigismondo II Augusto, re di Polonia. Troviamo poi Ashkenazi verso il 1570 a Costantinopoli con la qualifica di medico ufficiale del Gran Visir ottomano, il celeberrimo Sokollu Mehmed Pasha. Tuttavia, Ashkenazi era allo stesso tempo il medico ufficiale di Marcantonio Barbaro, bailo veneziano di stanza a Costantinopoli. Quando la guerra scoppiò verso la fine del 1570, Ashkenazi si adoperò fin dall'inizio per concludere la guerra nel modo più dignitoso per la sua precedente madrepatria; come ha scritto Benjamin Arbel, eccellente studioso di storia degli ebrei veneziani, è molto probabile che Ashkenazi nutrisse ancora un sincero attaccamento per Venezia, dove verosimilmente aveva ancora dei parenti. L'attenzione a questo elemento è cruciale: il Senato veneziano aveva predisposto l'espulsione degli ebrei veneziani e la confisca dei loro beni, poiché erano convinti che dietro allo scoppio della guerra ci fosse la regia di Joseph Nasi. Nasi meriterebbe una pillola a parte, ma in sostanza si trattava di un mercante ebreo sefardita trasferitosi a Costantinopoli ed espulso da Venezia anni prima - era il nipote della famosissima Dona Gracia Nasi. A Nasi i veneziani avevano imputato l'incendio dell'Arsenale nel settembre del 1569, rafforzando quindi un clima antisemita sempre più radicato nella città lagunare. Ashkenazi dunque si adoperò alacremente per concludere la guerra nel modo più dignitoso per Venezia, poiché temeva ulteriori ritorsioni nei confronti dei suoi correligionari rimasti in città e dei suoi parenti. L'intervento di Ashkenazi si dimostrò particolarmente efficace, come testimoniano le lettere di Barbaro al Consiglio dei Dieci oggi conservate in Biblioteca Nazionale Marciana - ma queste trattative meritano un'altra pillola. 



Bibliografia:

Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, Ms. It. VII 390-391 (=8872-8873). 

Benjamin Arbel, Trading Nations: Jews and Venetians in the Early Modern Eastern Mediterranean, Leida, Brill, 1995, pp. 55-93. 

Benjamin Arbel, Salomone Ashkenazi: mercante e armatore, in Giacomo Todeschini e Pier Cesare Ioly Zorattini (a cura di), Il mondo ebraico: gli ebrei tra Italia nord-orientale e impero asburgico dal medioevo all'età contemporanea, Pordenone, Studio Tesi, 1991, pp. 111-128. 

Autore:

Giacomo Tacconi - Dottore Magistrale Unibo 

Data di pubblicazione:
2025-10-08