Shimoi Harukichi
L'ardito giapponese

Foto di Shimoi Harukichi - Wikimedia Commons
Negli anni sono stati scritti fiumi di inchiostro sugli arditi e sulle loro imprese, così come non sono mancati innumerevoli biografie di personaggi che hanno saputo rendere immortali le gesta di questi soldati, di qualcuno purtroppo si parla molto poco e faccio riferimento a Harukichi Shimoi, un giapponese che indossò l’uniforme con le fiamme nere. Nato a Fukuoka nel 1883 da una famiglia di nobili samurai, scopre ben presto la sua vocazione nella letteratura e nello specifico nella letteratura d’amore, che lo porterà a scoprire Dante Alighieri. Nel 1915 raggiungerà poi l’Italia, nello specifico Napoli, dove approfondì gli studi su Dante e insegnò lingua giapponese all’Università Orientale. Con lo scoppio della guerra in Italia decise di arruolarsi volontario ricevendo incarichi d’ufficio presso lo Stato Maggiore, riuscendo a raggiungere la prima linea solo nel 1917 dove divenne corrispondente della rivista Asahi Shinbun. Riuscì ad arruolarsi negli arditi combattendo in prima linea nelle ultime battaglie del Regio Esercito, insegnando il Bushido e il Karate ai suoi commilitoni. Fu tra i primi ad entrare a Trento liberata il 3 Novembre 1918. Al termine della guerra, diventato grande amico di Gabriele D’Annunzio, partecipò all’impresa di Fiume che lo portò a ricevere il soprannome di “Samurai di Fiume”, coniato dallo stesso Vate, ed insieme a lui organizzò quello che oggi viene definito il raid Roma-Tokyo. Visto il passaporto diplomatico, trasportò segretamente la corrispondenza tra il reggente della città fiumana e Benito Mussolini del quale divenne ben presto ammiratore e sostenitore. Tornato in Giappone fu tra i più grandi promotori dei rapporti tra l’Italia e il suo paese, creò inoltre quella che all’epoca era la più grande biblioteca di Dante di tutto l’Oriente, che non aveva mai smesso di studiare e apprezzare, che venne però distrutta dai bombardamenti americani durante la Seconda Guerra Mondiale. Al termine del secondo conflitto mondiale, deluso dai suoi esiti, si ritirò alla vita privata dedicandosi allo studio e alla traduzione dei testi dall’italiano al giapponese, tra cui anche quelli di D’Annunzio. Morì lontano dalla vita politica nel 1954.
Shimoi Harukichi, Un samurai a Fiume, a cura di Guido Andrea Pautasso, Oaks Editrice, Sesto San Giovanni, 2019,
Shimoi Harukichi, L'italia durante la Grande Guerra, Idrovolanti edizioni, Roma, 2023
Sito: HARUKICHI SHIMOI : UN POETA SAMURAI AL COSPETTO DEL REGNO D'ITALIA - Associazione Nazionale Combattenti e Reduci (consultato dicembre 2024)
Rossi Stefano - Studente Magistrale di Storia - Ca' Foscari
2025-02-25