Funerali vichinghi

Cerimoniale e metodo di sepoltura delle genti del Nord

La nave funeraria del capo vichingo Igor Il Vecchio, dipinto di  Heinrich Semiradzki - Wikimedia

Nella tradizione vichinga il defunto veniva posto su una "nave tomba" appositamente creata per l'occasione funeraria. All'interno della quale venivano posti tutti i beni che il morto possedeva in vita, in base al suo status nella società (conte, guerriero, re,...); questi potevano comprendere anche schiavi (uccisi in modo che non tornassero in vita a perseguitare i padroni); per essere poi offerti in sacrificio agli dei. La nave con il corredo funebre, una volta sistemato attorno al cadavere, vestito con i suoi abiti migliori e con in pugno le sue armi, veniva poi fatta scivolare nelle gelide acque del fiordo per poi essere incendiata mediante frecce infuocate. In alcuni casi, se ci si trovava nell'entroterra, le navi venivano si bruciate, ma poi ricoperte con pietre in modo da formare un tumulo funerario (famoso è il sito funerario di Lindholm Høje in Danimarca che comprende più di 700 tombe vichinghe). Questa onoranza funebre era considerata di grande onore e permetteva al defunto di entrare nel Valhalla, se seppellito in modo corretto. Pena: vagare per l'eternità come uno spirito. Oltre ai beni del defunto (motivo per il quale i suoi eredi possedevano solo quello che saranno riusciti poi a conquistare), si mettevano nella barca funeraria anche dei doni, sempre in linea con lo stato sociale avuto in vita. Tali corredi funebri erano detti Haugfé (haugr: tumulo, fé: ricchezza, in islandese) e potevano comprendere spade, asce, cotte di maglia, corni e persino oggetti comuni come chiodi. Il più sfarzoso scoperto finora è quello della nave di Oseberg (dove si pensa sia stato seppellito un re o una principessa). ​Al momento di dare fuoco al corredo, la pira era posta in modo che le fiamme andassero il più in alto possibile in cielo, per far arrivare il defunto nel Valhalla al cospetto del dio Odino. Alla fine della processione funebre, in contrasto con la tradizione cristiana ed europea, si teneva un grande banchetto per festeggiare la vita e le imprese del defunto; salito alla corte degli dei. Tale pratica funebre metteva in risalto un modo diverso di vedere la morte: una tappa legata al proprio percorso terreno e non, da prendere senza timore.



Bibliografia:

Neil Price, I Vichinghi, Mondadori, 2022

Autore:

Marco Locatelli, laureando in Scienze Storiche presso Unimi

Data di pubblicazione:
2025-09-19