ZANNANZA
Tra le sabbie del Sinai giace il matrimonio del millennio

"Amore mio, aspettami!"- artwork by Giovanni Almici
È un’estate torrida quella del 1326 avanti Cristo. Al palazzo reale di Hattuša, sugli altipiani dell’odierna Turchia, il Re degli Ittiti Suppiluliuma I legge la seconda lettera che una principessa che si firma Dahamunzu (un termine egiziano traducibile genericamente come “la figlia del re”) gli manda dall’Egitto. La lettera ci è giunta solo in modo frammentario, ma ne possiamo ricostruire il contenuto da altri testi annalistici noti come le “Gesta di Suppiluliuma": dopo aver salutato, secondo l'etichetta dellìepoca, il re ittita chiamandolo "fratello", ella entra nel merito e racconta una storia struggente. Sono passati molti giorni dalla morte di suo marito il faraone ed un malvagio visir vuole costringerla a sposarlo per poter calzare così, lui infido serpente, la duplice corona del Nilo. La sua situazione è così disperata che la giovane si spinge a compiere un gesto umiliante per una regina d’Egitto: chiedere la mano di un principe ittita perché diventi faraone. Dahamunzu è, probabilmente, la giovane Ankhesenamon, prima sorella, poi sposa e infine vedova del famoso Tutankhamon. Questi due giovani fratelli, sposatisi tra loro, governano l’Egitto durante un periodo di sconvolgimenti politici e religiosi: la riforma di Akhenaton.
Con due figli sui troni delle città di Aleppo e Karkemish e uno pronto per quello di Hattusa, a Suppiluliuma I, padre di quattro maschi, resta libero un figlio, abbastanza degno da ricoprire questo ruolo (oppure talmente sacrificabile da potergli fare attraversare il deserto del Sinai): il suo nome ci è noto genericamente come Zannanza, ed è pronto a partire per Tebe, la splendida capitale dei faraoni.
Solo che Zannanza non sopravvive abbastanza a lungo: le fonti tacciono sui dettagli, ma il valente principe trova la morte in viaggio in un punto a caso dei possedimenti egiziani orientali. Altri fattori contribuiranno alla fine di questa amicizia politica, portando al famoso scontro nella Battaglia di Qadesh, in Siria, settantacinque anni dopo.
Chissà se, mentre nella piana di Qadesh Ittiti ed Egizi tentavano di uccidersi, avranno rimpianto di non essersi potuti chiamare tra di loro, e questa volta per davvero, “fratelli”.
Almici Giovanni, "L'Affaire Zannanza. Tra le sabbie del Sinai giace il matrimonio più importante del XIV secolo a. C.".
Sito Jstor Breyer, Francis. “EGYPTOLOGICAL REMARKS CONCERNING DAḪAMUNZU.” Ägypten Und Levante / Egypt and the Levant 20 (2010): 445–451.
Sito Enciclopedia Treccani: Devecchi Elena "L’impero ittita e lo scontro con l’Egitto" , in Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014).
Sito Jstor: Güterbock, Hans Gustav. “The Deeds of Suppiluliuma as Told by His Son, Mursili II.” Journal of Cuneiform Studies 10, no. 4 (1956): 107–130.
Milano Lucio, a cura di, "Il vicino oriente antico dalle origini ad Alessandro Magno", Encyclomedia Publishers, 2022.
Almici Giovanni, studente di Scienze Storiche presso l'Università degli Studi di Trento.
2025-04-09