La Grande Strategia di Sokollu

Una rete globale di infrastrutture

Il Gran Visir Sokollu Mehmed Pascià. Autore sconosciuto - WikiCommons

Nei suoi ultimi anni di sultanato, Solimano I (r. 1520-1566) venne affiancato da un Gran Visir estremamente dotato, originario della Bosnia e reclutato tramite la pratica del devshirme - il suo nome era Sokollu Mehmed Pascià. Oggi ci focalizzeremo sulla sua grande strategia, ovvero un coerente schema di piani geopolitici finalizzati all'espansione imperiale. Il primo fronte a cui Sokollu volle dedicarsi fu quello dell'Oceano Indiano: a causa della presenza fastidiosa dei Portoghesi e del loro Estado de Índia, Sokollu coordinò progetti di ribellione su scala locale coi musulmani presenti nel subcontinente, facendo leva sulla comune fede religiosa. Ma il progetto più innovativo fu la richiesta, nel 1568, al governatore dell'Egitto (in mani ottomane dal 1517) di ordinare uno studio di fattibilità per costruire un canale sull'istmo di Suez, così da avere una via agevolata per operazioni commerciali e militari. Non solo: Sokollu decise anche la costruzione di un canale per collegare i fiumi Don e Volga. I musulmani dell'Asia Centrale lamentavano un'enorme pericolosità nell'intraprendere l'hajj (il pellegrinaggio verso la Mecca che ogni fedele deve compiere almeno una volta nella vita), soprattutto a causa della pressione esercitata dalla Russia di Ivan IV e dalla Persia Safavide. La grande strategia di Sokollu, in sostanza, consisteva nel creare dei collegamenti marittimi tra il Medio Oriente, l'Asia Centrale e l'India per facilitare l'accesso alle città sacre (Gerusalemme e la Mecca) alle sparpagliate comunità di fedeli; in questo modo, Sokollu avrebbe potuto realizzare la 'umma - la comunità dei fedeli - creando una rete di infrastrutture globale centrata sull'Oceano Indiano e che avrebbe raggiunto gli angoli più remoti del mondo islamico. Tuttavia, nessuno di questi due progetti ebbe successo: gli ingegneri deputati alla costruzione di Suez reputarono il progetto infattibile; inoltre, la campagna di Astrakhan nel 1569, tesa all'acquisizione della città per la costruzione del canale Don-Volga, si risolse in un disastro. Tuttavia, rimane interessante chiedersi come sarebbe cambiata la geopolitica del continente asiatico se questi piani avessero avuto successo. 



Bibliografia:

Giancarlo Casale, The Ottoman Age of Exploration Oxford University Press, Oxford U.S.A., 2010, pp. 135-137. 

Noel Malcolm, Agents of Empire: Knights, Corsairs, Jesuits and Spies in the Sixteenth-Century Mediterranean World Penguin, 2015, pp. 102-103.  

Autore:

Giacomo Tacconi - Studente Magistrale - Università di Bologna 

Data di pubblicazione:
2025-06-13