Il bailo veneziano
Una figura tra diplomazia e spionaggio

Un bailo veneziano del XVII secolo: la sua identità non è specificata. - WikiCommons.
Dopo la conquista di Costantinopoli nel 1453 da parte degli Ottomani, le potenze europee dovettero interfacciarsi con una nuova entità che li obbligò a perfezionare i propri strumenti diplomatici. Tra questi vi furono i Veneziani, che capirono subito l'importanza di dotarsi di un apparato diplomatico che potesse dargli una posizione di vantaggio nello scacchiere mediterraneo. Al centro di questa strategia, vi era la figura del bailo, ovvero l'ambasciatore di stanza a Costantinopoli, la capitale dell'Impero nonché una delle città più importanti dello spazio mediterraneo. Maria Pia Pedani fa risalire l'etimologia della parola bailo al latino baiulus, parola che indica "facchino" o "portatore". Per poter essere un bailo, era necessario far parte del patriziato - classe sociale ancora più ristretta a Venezia dopo la Serrata del Maggior Consiglio (1297) -, in quanto solo gli aristocratici godevano di un potere giurisdizionale sui propri subordinati residenti all'estero. Eric Dursteler, noto studioso di storia veneziana, sostiene che le funzioni del bailo fossero essenzialmente due, molto spesso intrecciate: la prima consisteva nel tutelare gli interessi commerciali veneziani nell'Impero Ottomano, in particolar modo contro gli Inglesi, i Francesi e gli Olandesi, che verso la fine del '500 si erano prepotentemente inseriti nel commercio con la Sublime Porta; in secondo luogo, i baili erano anche delle spie col compito di raccogliere informazioni sensibili (la cosiddetta intelligence), verificarle e comunicarle al Consiglio dei Dieci, l'organo responsabile per la sicurezza e il controspionaggio veneziano. In particolar modo, queste funzioni - riassumibili in una combinazione tra diplomazia e spionaggio - venivano portate avanti attraverso una forma di "diplomazia personale", ovvero la capacità di costruirsi una propria rete di contatti ed informatori persino all'interno della cerchia di potere ottomana più ristretta. Un esempio di ciò è la conoscenza che il bailo Marcantonio Barbaro (bailo dal 1570 al 1573) ebbe con il Gran Visir (cioè il massimo funzionario della corte ottomana) Sokollu Mehmed Pasha.
Maria Pia Pedani, Venezia porta d'Oriente, il Mulino, Bologna, 2010, p. 79.
Eric R. Dursteler, Venetians in Constantinople: Nation, Identity, and Coexistence in the Early Modern Mediterranean, Johns Hopkins University Press, Baltimore, 2006, pp. 28-30.
Eric R. Dursteler, ‘The Bailo in Constantinople: Crisis and Career in Venice’s Early Modern Diplomatic Corps’, Mediterranean Historical Review 16, no. 2, 2011, 1-31.
2025-07-18