Lunga vita a Re Giorgio!

I lealisti americani che lottarono per impedire la nascita degli Stati Uniti d'America

Dipinto del 1783 del pittore Benjamin West raffigurante la dea Britannia (personificazione della Gran Bretagna) che accoglie i lealisti americani perseguitati dal neonato stato americano.Tra i lealisti si possono notare anche indigeni e neri liberati, alcuni dei quali emigreranno in Canada dopo la vittoria dei ribelli, ricevendo terra e protezione dai britannici. -  Wikimedia Commons

Durante la Rivoluzione Americana, circa il 15% della popolazione bianca delle Tredici Colonie, 400 mila persone, rimasero fedeli a re Giorgio III. Essi furono definiti "lealisti americani" (in contrapposizione ai patrioti), e soprannominati anche Tories, in quanto affini ai conservatori del parlamento londinese, o King's men. Costoro si schierarono con la madrepatria principalmente per motivazioni ideologiche, religiose ed etniche. Oltre che rispettare la tradizionale lealtà dovuta al sovrano, molti temevano i disordini rivoluzionari e vedevano nella permanenza nell'Impero Britannico il miglior modo per conservare la propria prosperità economica e commerciale e la libertà politica, garantita ai loro occhi dal parlamento di Londra. Molti di loro condividevano il principio "no taxation without representation", ma preferivano una risoluzione moderata della questione ed erano spaventati dal radicalismo dei patrioti. Numerosi chierici e parrocchiani anglicani rimasero fedeli al re, poiché quest'ultimo era a capo sia della Chiesa che della nazione. Anche gruppi etnici e religiosi minoritari finirono per schierarsi con la corona, come i tedeschi della Pennsylvania, gli olandesi del New Jersey, gli scozzesi della Carolina, i presbiteriani ei quaccheri . Vi furono anche alcuni "lealisti neri", schiavi neri cui il governo britannico aveva promesso la libertà in caso di arruolamento; quasi tutte le tribù native favorirono la corona, vedendo nel re un protettore contro le mire espansioniste dei coloni americani.
In totale, circa 20 mila coloni lealisti, principalmente organizzati in milizie locali, parteciparono alla guerra, non riuscendo però a risultare decisivi, anche a causa della difficoltà a collaborare con l'esercito britannico: questo infatti tendeva a considerarli dei provinciali più inclini alle vendette personali che alla disciplina. Con la nascita degli Stati Uniti, decine di migliaia di lealisti subirono discriminazioni e confische delle loro proprietà, preferendo quindi emigrare in Canada, in Giamaica o in Inghilterra, ricevendo spesso risarcimenti in terra e denaro dalla corona. Curiosamente, un convinto lealista fu William Franklin, figlio di Benjamin.
 



Bibliografia:

Renata Ago, Vittorio Vidotto,  Storia Moderna, Editori Laterza, 2021

Sito: " mountvernon.org ",  Lealisti,  Shannon Duffy

Autore:

Leone Buggio, studente triennale dell'Università Ca' Foscari di Venezia

Data di pubblicazione:
2025-08-21