La Conferenza di Alma-Ata

Un nuovo approccio alla salute globale

Una fotografia di Halfdan Mahler, tre volte direttore dell'OMS - WikiCommons

Nel 1978 venne tenuta nella città di Alma-Ata (allora nell'ex Unione Sovietica, oggi in Kazakistan), una conferenza della Organizzazione Mondiale della Sanità che si sarebbe rivelata decisiva per il destino della salute globale. Il direttore generale dell'OMS Halfdan Mahler aveva acconsentito all'invito dell'Unione Sovietica, la quale aveva tutto l'interesse a mostrare il suo avanzato sistema di assistenza medica ai paesi del mondo, soprattutto nel contesto bipolare della Guerra fredda. In realtà, Mahler non era molto convinto del sistema russo: seppur molto efficace, si trattava di un sistema verticale che non coinvolgeva le comunità locali nell'elaborazione di soluzioni ai loro problemi che potessero tenere conto delle loro specificità. Era un modello imposto dall'alto basato unicamente su conoscenze scientifiche e senza nessuna considerazione dei bisogni di ogni singola comunità. Infatti, da una sua precedente espereinza in India, Mahler aveva sviluppato la convinzione per cui era essenziale che i servizi sanitari soddisfacessero i bisogni delle comunità locali e fossero stabiliti con la partecipazione di queste comunità; in sostanza, era fortemente critico dei sistemi sanitari verticali imposti dall'alto. La Dichiarazione di Alma-Ata (il documento che fu elaborato alla fine della conferenza) delineava un nuovo modello, quello della "Primary Health Care": l'obiettivo era quello di coinvolgere maggiormente le comunità locali nella definizione del proprio concetto di salute - ora non più concepita semplicemente come "assenza di malattia" - e nell'elaborazione di adeguati servizi sanitari. Secondo Mahler e i fautori di questo approccio, la salute sarebbe stata alla base di un futuro sviluppo socioeconomico. Quindi, non era lo sviluppo economico a migliorare le condizioni di salute, tutt'altro; ora, per garantire un efficace sviluppo economico delle comunità locali, era necessario prima di tutto fornire loro le basilari condizioni di salute e igiene, anche allo scopo di ridurre le disuguaglianze. Questo documento, seppur ambizioso e di difficile applicazione, ha contribuito allo sviluppo di un sapere medico che tenesse conto di variabili sociali e culturali nell'erogazione di servizi sanitari.  



Bibliografia:

Randall Packard, A History of Global Health, Baltimora, Johns Hopkins University Press, 2016.

Autore:

Giacomo Tacconi - Dottore Magistrale Unibo 

Data di pubblicazione:
2025-11-09