Intrighi e fratricidi

La tragica storia dei conti di Toggenburg nelle cronache di San Gallo

Diethelmo II mette in prigione il padre -  Immagine creata con IA

Torniamo alle Cronache di San Gallo, una raccolta di racconti che copre i 400 anni di storia dell'abbazia, ricca di episodi sorprendenti. Tra questi spicca il fratricidio di Federico I di Toggenburg nel 1226, figlio minore del conte Diethelmo I di Toggenburg, nel pago di Thorgau, e fratello di Diethelmo II. Quest’ultimo, spinto da invidia verso Federico, suo co-erede e padre di sei figli, nutriva gelosia e rancore nei suoi confronti, sentimenti fomentati anche dalla moglie Gertrude di Neueburg, sposata contro la volontà paterna.

Il padre, nel tentativo di riconciliare i due figli, fu imprigionato dal primogenito, mentre la madre rischiò la vita, ferita da una freccia scoccata proprio da Diethelmo II. Al contrario, Federico è ritratto come il figlio obbediente e rispettoso: fatto cavaliere dall'imperatore Federico II in persona a Cremona, aveva sposato una donna scelta dal padre, contro il volere della cognata Gertrude, che preferiva che sposasse una delle sue sorelle. Questo disprezzo portò Gertrude a incitare il marito alla violenza, usando subdole parole e manipolazioni.

Così, fingendo di volersi riconciliare con Federico, la coppia lo invitò al castello di Rengerswil, dove lo accolse con festeggiamenti per tre giorni. La terza notte, mentre le guardie di Federico dormivano, gli uomini di Diethelmo disarmarono la sua scorta e assassinarono Federico nel sonno. Le sue ultime parole furono richieste d'aiuto rivolte al fratello. Egli però era già partito per occupare i beni del defunto, senza successo. Il corpo di Federico rimase insepolto per sette giorni fino all'arrivo dell'abate di San Gallo, che ricevette dai genitori del defunto tutte le sue proprietà. Diethelmo negò ogni coinvolgimento nell’omicidio, ma non riuscì a convincere nessuno della sua innocenza. Accusato di essere il mandante del crimine, fu scomunicato dal vescovo di Costanza e bandito dalla corte regia. Tentò di muovere guerra all'abate mentre era presso l'imperatore, ma le sue ambizioni fallirono: assediato a Rengerswil, dovette arrendersi e cedere anche a nome dei figli i suoi possedimenti all'abbazia di San Gallo, ottenendo solo una piccola restituzione.



Bibliografia:

Gian Carlo Alessio (a cura di), Cronache di San Gallo, Torino, Einaudi, 2004, pp. 409-423.

Autore:

Fabio Daziano

Data di pubblicazione:
2025-05-08