L'invenzione del Marsala
L'intuizione di John Woodhouse
Un mercante inglese che commercia nei mercati della Sicilia secondo l'IA.
Il celeberrimo vino siciliano Marsala, conosciuto ormai a livello internazionale, è stato inventato da un inglese. Dalla ricerca del Professor Alberto Grandi, è emerso che nel 1770 giunse in Sicilia un mercante inglese, tale John Woodhouse, originario della città di Liverpool. Nel 1773 Woodhouse spedì in madrepatria un carico di vini leggermente sofisticati: infatti, Woodhouse aveva aggiunto 4,5 litri di alcol per 415 litri di vino conservati nelle botti del brigantino, allo scopo di conservare in maniera più efficace il carico. Questa modifica ebbe molta fortuna e ottenne il favore della clientela inglese, particolarmente propensa all'acquisto di vini liquorosi. Tuttavia, Woodhouse si guardò bene dal precisare nome e provenienza del vino, così che i rivenditori potessero spacciarlo per il notissimo e apprezzatissimo Madera; come scrive Grandi, "il Marsala iniziò la sua storia più che secolare con una contraffazione". Solo all'inizio del XIX secolo il Marsala cambiò nome acquistando una forma primitiva di identità, divenendo noto in Inghilterra come "Bronte Madeira". Questo nome deriva dalla fornitura di 500 pippe (la pippa era una botte siciliana della capacità di 400 litri) del 19 marzo 1800 che l'ammiraglio Horatio Nelson richiese per rifornire la flotta inglese nel Mediterraneo. A causa delle difficoltà di approvvigionamento dei vini tradizionalmente adoperati dalla marina inglese - il Porto e il Madera - si decise di rifornirsi acquistando il vino siciliano prodotto dalla casa Woodhouse. Il nome "Bronte Madeira" deriva dal fatto che l'ammiraglio Nelson era stato di recente nominato duca di Bronte; è indubbio il fatto che questo legame con l'ammiraglio inglese abbia contribuito alla diffusione e alla fama del vino prodotto da casa Woodhouse. La messa in punto della produzione del Marsala si ebbe con l'arrivo in Sicilia di un altro mercante inglese, Benjamin Ingham, nel 1812. Costui acquistò un impianto enologico (detto anche "baglio") nei pressi di quello di Woodhouse. Siccome il risultato finale Marsala era ancora troppo variabile, Ingham pubblicò il cosiddetto "decalogo Ingham", che aveva l'obiettivo di "evitare che il gusto potesse variare troppo da un anno all'altro, ma anche ridurre ulteriormente i costi di produzione, aumentando i profitti".
Alberto Grandi, Denominazione di origine inventata, Milano, Mondadori, 2018, pp. 90-98.
2025-10-28