Sul bel Danubio blu: un incontro tra due mondi

L'incontro tra un imperatore bizantino e un principe dei Rus'

L’incontro tra Svjatoslav e Giovanni Zimisce sulle rive del Danubio nel 971 (litografia di Klavdij Lebedev, ca. 1880) – Wikimedia Commons

Benché poco conosciuto, il conflitto che nel periodo 969-71 oppose Bisanzio, al tempo guidata dall’imperatore Giovanni I Zimisce, e i Rus’ kyivani, capeggiati da Svjatoslav, fu centrale per la storia dell’Europa orientale medievale. I due attori politici, in origine alleati in chiave anti-bulgara, finirono per scontrarsi a causa del fatto che Svjatoslav, dopo aver sottomesso dietro compenso la Bulgaria per conto di Costantinopoli, rifiutò di fare ritorno alla sua terra, situata lungo il fiume Dniprò, dove stava sorgendo la città di Kyiv, bensì manifestò la volontà di insediare i Rus’ proprio presso l’area bulgaro-danubiana, che scoprì essere molto più prospera, popolosa e ricca rispetto a quella kyivana – aveva persino pensato al nome della sua nuova sede, Perejaslavec’, ossia “Piccola Preslav”, dal nome della capitale bulgara. Di fronte a questa nuova minaccia Bisanzio dovette reagire e, guidata da Zimisce, abile generale, ottenne numerose vittorie, riuscendo a costringere Svjatoslav a cercare una soluzione negoziata, ma non alla resa.

Le trattative si conclusero nel 971 con un incontro sulle rive del Danubio tra il principe dei Rus’ e l’imperatore bizantino. Due sono le fonti greche che narrano di questo momento irripetuto, la Sinossi della storia di Giovanni Scilitze e la Storia di Leone Diacono, con quest’ultima che offre qualcosa di ancora più unico: la descrizione dell’aspetto fisico di un principe kyivano del X secolo. Stando alle parole di Leone, il barbaro Svjatoslav era di media statura; aveva un aspetto feroce e selvaggio, spesse sopracciglia, occhi grigi e un naso schiacciato; era privo di barba ma con folti baffi; con la testa rasata tranne che per una singola, lunga ciocca che pendeva da un lato, simbolo di nobiltà. Infine, in contrasto con l’imperatore Giovanni e lo squadrone di soldati che lo accompagnava, abbigliati d’oro e in sella a grandi cavalli, Svjatoslav si presentò all’incontro in una semplice barca a remi, sedendo e vogando alla pari con i suoi compagni, e come tutti loro indossando una semplice veste bianca, solo un po’ più pulita.

Con le sue parole, dunque, Leone ci fornisce un quadro molto pittoresco di un momento unico nel suo genere.



Bibliografia:

S. Franklin, J. Shepard, The Emergence of Rus. 750-1200, Abingdon-New York, Routledge, 1996.

a cura di A.M. Talbot e D.F. Sullivan, The History of Leo the Deacon. Byzantine Military Expansion in the Tenth Century, Dumbarton Oaks, Washington D.C, 2005.

J. Skylitzes, A Synopsis of Byzantine History, 811-1057, a cura di J. Wortley, Cambridge University Press, Cambridge, 2010.

Autore:

Marco Gianese

Data di pubblicazione:
2025-11-01