Tagliare la testa al toro

L'antica origine carnevalesca di questo proverbio

Opera di Canaletto raffigurante i festeggiamenti del Giovedì Grasso a Venezia - immagine presa da Wikicommons

 

Il Carnevale di Venezia è sicuramente oggigiorno tra i più famosi e conosciuti al mondo: nell’immaginario comune è infatti facile ricordare e riconoscere le maschere della città lagunare. Pochi però sanno che proprio nel Carnevale veneziano ha anche origine il proverbio «tagliare la testa al toro».

Tutta la storia sembra risalire al XII secolo, in un periodo estremamente complesso per Venezia: il re d’Ungheria si era impossessato di Zara e di altre città dalmate mentre l’imperatore Barbarossa aveva iniziato la sua discesa nella penisola italica.

Ulrico, patriarca di Aquileia, decise di sfruttare la delicata situazione veneziana a suo vantaggio per conquistare la città di Grado, diocesi rivale dal 568 e soprattutto centro spirituale della città di Venezia. In questa impresa, Ulrico fu aiutato dai più potenti feudatari friulani ma, ciò nonostante, il doge Vitale Michiel II riuscì a riconquistare Grado in breve tempo. Il patriarca fu catturato insieme ai suoi dodici canonici e venne condotto prigioniero nella città lagunare. I feudatari friulani furono puniti con la distruzione dei loro castelli mentre Ulrico, dopo un periodo di prigionia, fu graziato e gli venne concessa la libertà a patto che pagasse annualmente al governo veneziano un tributo di un toro, dodici porci e trecento pagnotte per il Giovedì Grasso, che la tradizione voleva essere stato il giorno della vittoria di Vitale Michiel II.

Il Giovedì Grasso venne così a costituirsi nel tempo come commemorazione carnevalesca dell’avvenimento. Questa infatti avveniva in piena sintonia con quanto prevedeva il periodo del Carnevale: un’elaborata parodia in cui il toro rappresentava lo stesso patriarca Ulrico, mentre i maiali raffiguravano i canonici che lo avevano aiutato nell’impresa. Gli animali venivano condotti in piazzetta San Marco dove veniva inscenato un processo alla presenza di un vero giudice veneziano. Il processo si concludeva con la sentenza di morte per tutti gli animali. L’esecuzione avveniva tramite decapitazione con un solo colpo di spada: da ciò il proverbio «tagliare la testa al toro».

Questa usanza esiste tutt’ora ma, al posto di un animale vivo, si adopera un toro realizzato in cartapesta.



Bibliografia:

Bertellli S., Il Carnevale di Venezia nel Settecento, Jouvence, Roma, 2002.

Burke P., Scene di vita quotidiana nell’Italia moderna, Laterza, Bari, 1988
 

Autore:

Sara Menegoi, docente di storia

Data di pubblicazione:
2025-11-02