Massacro e penitenza

Teodosio, Ambrogio e la prima scomunica contro un sovrano cristiano

"Sant'Ambrogio impedisce a Teodosio di entrare nella cattedrale di Milano". Dipinto del pittore fiammingo Antoon Van Dyck (1599-1641). -  Wikimedia Commons

Nel 390 a.C., nella città di Tessalonica, il magister militum Buterico fece arrestare un famoso auriga, accusato di aver tentato di insidiare un giovinetto, ordinando anche la chiusura dell'ippodromo cittadino. La popolazione, adirata per l'assenza dei giochi e l'arresto del suo cocchiere preferito, chiese a Buterico di rilasciarlo. Al suo rifiuto, gli abitanti insorsero contro la guarnigione romana, linciando e impiccando lo stesso governatore militare. E' possibile che la rabbia dei rivoltosi avesse anche motivazioni etniche, essendo già allora molti soldati romani di origine germanica: lo stesso Buterico era probabilmente un goto. La notizia dell'insurrezione giunse all'imperatore Teodosio, che in quel momento si trovava alla corte imperiale di Milano. Non è chiaro l'esatto ordine che diede l'imperatore, sta di fatto che durante la repressione i soldati massacrarono migliaia di persone nell'ippodromo, tra cui vecchi, donne e bambini. Teodosio, nonostante un tardivo tentativo di ritirare l'ordine, venne ritenuto responsabile. Il fatto giunse ad Ambrogio, vescovo di Milano, il quale indirizzò una lettera all'imperatore: in essa diceva che, dopo le atrocità che aveva causato, gli sarebbe stato impossibile celebrare il sacramento dell'Eucarestia con lui presente e si invitava l'imperatore a fare penitenza. Di fatto, Ambrogio aveva scomunicato Teodosio: era la prima volta che succedeva ad un sovrano ma non sarebbe stata l'ultima. Così facendo, gli offriva anche la possibilità di riparare la sua immagine, danneggiata dal massacro e dalla sua incapacità di controllare le truppe. Il cronista Teodoreto racconta quindi che Teodosio, spogliato degli abiti imperiali e vestito con una semplice tunica da penitente (all'epoca infatti erano assai diffuse le penitenze pubbliche) aspettò ogni giorno in ginocchio fuori dalla cattedrale di Milano fino a Natale, quando finalmente Ambrogio lo riammise alla comunione. Il vescovo apprezzò molto il gesto dell'imperatore, lodandolo per aver ascoltato non chi lo adulava ma a chi lo rimproverava. Dopo questa vicenda Teodosio irrigidì ulteriormente la sua politica religiosa contro il paganesimo, forse influenzato dallo stesso Ambrogio.



Bibliografia:

Gianluca Potestà, Giovanni Vian, " Storia del Cristianesimo ", Il Mulino, 2014

Leonardo Tondelli, " Catalogo dei santi ribelli ",  Utet, 2022

Sito: " Instoria.it ", Teodosio, santo o assassino? Dall'editto alla strage di Tessalonica,  di Serena Scicolone, 2019 (consultato agosto 2024)

Sito: " Trentagiorni.it ",  Ambrogio e Teodosio: dalla commozione alla penitenza al rispetto delle pubbliche autorità,  di Lorenzo Cappelletti, 2010 (consultato agosto 2024)

Autore:

Leone Buggio, studente triennale dell'Università Ca'Foscari di Venezia

Data di pubblicazione:
2025-10-29