Imperatori e contadini
Asservimento contadino e riformismo asburgico nel '700

Illustrazione ottocentesca rappresentante il futuro imperatore Giuseppe II intento ad arare un campo. La scena fa riferimento ad un episodio avvenuto nel 1769 in Moravia, nella località di Slavìkovice. Mentre aspettava che la propria carrozza venisse riparata, l'imperatore aiutò i contadini del luogo ad arare il proprio campo. - Wikimedia Commons
Intorno alla metà del '700, nell'Impero asburgico vi erano milioni di contadini in una condizione di duro asservimento. In regioni come la Boemia, l'Ungheria, la Stiria e la Galizia i contadini, oltre al normale pagamento dell'affitto, erano tenuti a fornire ai proprietari terrieri una parte del raccolto e prestazioni lavorative gratuite. Quest'ultimo obbligo impegnava i contadini anche per tre giorni alla settimana, togliendo loro il tempo per mietere il grano o produrre eccedenze, rendendo di conseguenza più difficile pagare l'affitto al signore e le tasse allo stato. Inoltre, in alcune regioni i contadini non potevano spostarsi, sposarsi o cambiare professione senza il consenso del signore e se denunciavano le ingiustizie subite venivano giudicati dagli stessi nobili locali. A partire dalla seconda metà del '700, la dinastia asburgica tentò di porre rimedio a tutto ciò. I sovrani, infatti, ritenevano tale situazione negativa non solo dal punto di vista etico-morale (essendo sempre più forte l'influenza delle idee illuministe) ma anche pratico; la produttività e il gettito fiscale di molte regioni agricole era infatti molto basso, e i soldati reclutati tra la popolazione rurale erano gracili e malnutriti. La corona tentò dunque di trasformare i contadini in uomini liberi, possibilmente proprietari della terra che lavoravano. Maria Teresa, tra il 1760 e il 1770, tentò dunque di limitare le prerogative dei nobili terrieri; in particolare, cercò di trasformare gli obblighi dei contadini in semplici pagamenti in denaro, diretti in parte ai nobili e in parte allo stato. Ben più radicale fu la politica di Giuseppe II: tra il 1781 e il 1784 infatti, tramite una serie di decreti, egli eliminò gli ostacoli alla libertà personale dei contadini, limitando anche il potere dei padroni di infliggere punizioni e sanzioni pecuniarie. La popolazione contadina iniziò dunque a vedere negli Asburgo un alleato nella loro lotta contro i soprusi dei padroni. In particolare, Giuseppe II, che nel 1769 aveva personalmente arato un campo in Moravia, divenne ai loro occhi una sorta di eroe popolare. Gli ultimi vincoli feudali nell'Impero austriaco saranno aboliti solo nel 1848.
Pieter M. Judson, L'impero asburgico. Una nuova storia, Keller editore, 2021
2025-06-21