Incursione nei Dardanelli
Quando un insuccesso italiano stupì il mondo

Illustrazione che raffigura i nostri marinai nell'atto di ritorno dall'impresa dei Dardanelli - La voce del marinaio
Durante la guerra italo turca, nella notte del 18 luglio 1912 una squadriglia di 5 torpediniere italiane, più precisamente Climene, Perseo, Astore, Spica e Centauro, comandata dal capitano di vascello Enrico Millo, penetrò silenziosa nello spazio di mare tra i più sorvegliati al mondo: lo stretto dei Dardanelli. L’obbiettivo era quello di arrivare nella baia di Chanak e affondare la flotta turca. Millo, dopo un attento studio delle fortificazioni turche, condusse nottetempo le sue forze nello stretto; arrivata sotto capo Helles nella primissima mattina del 19 luglio, la squadriglia fu però individuata dai fari nemici e le guarnigioni dei forti si attivarono in breve tempo per caricare i cannoni e affondare le unità navali ostili. Si decise comunque di procedere e in capo ad un’ora gli italiani erano davanti al porto avversario. L’effetto sorpresa era però svanito, il comandante decise così di fare dietrofront e, con l’intera forza costiera turca che li bersagliava, i nostri marinai si fecero largo nel canale fino ad uscirne. Il bilancio fu di zero perdite nemiche, grossi danni alle unità italiane ed effetto sorpresa saltato tanto da rendere impossibile ripetere un’operazione simile. Tuttavia nessuna delle nostre imbarcazioni affondò e la flotta, da poco riorganizzata, riuscì a penetrare di nascosto in uno spazio di mare ritenuto inviolabile; senza contare che comunque la squadra navale turca non aveva le forze per uscire e minacciare la marina nemica che, anche qualora avesse perso l’intera squadriglia, non avrebbe visto la sua forza intaccata in nessun modo. Si può dire quindi che ancora prima di iniziare a giocare la partita l’Italia avesse già vinto, quale che fosse stato il risultato finale. L’eco internazionale fu enorme, i nostri marinai, che erano rientrati trionfalmente il 21 luglio, ricevettero grande ammirazione dall’estero; l’Italia aveva stupito il mondo e le sue forze navali si conquistarono un posto tra le flotte delle grandi potenze.
Fabio Gramellini, Storia della Guerra Italo-Turca (1911-1912), Cartacanta, 2018
Alberto Maria Banti, L’età contemporanea dalle rivoluzioni settecentesche all’imperialismo, Editori Laterza, Bari, 2021 quattordicesima edizione
Antonio Ratti, Scacco matto all’impero ottomano e la spericolata avventura italiana nel Dodecaneso, bbchistory dossier n.11, Italia coloniale, 01/08/2017, pagine 42-53
2025-04-23