Esplosione a Venezia
La polvere nera: importante, ma attenzione a maneggiarla….ne sa qualcosa la Serenissima
La Repubblica di Venezia ha compreso molto presto l’importanza della polvere da sparo e ha imparato a maneggiarla e produrla. La polvere nera è composta di tre elementi: zolfo, carbone di legna (carbonella) e nitrato di potassio (salnitro). Il salnitro è senz’altro l’ingrediente più importante e dato che Venezia non disponeva di giacimenti naturali doveva ottenerlo artificialmente. La produzione avveniva in luoghi detti Tezzoni, delle tettoie in muratura, in cui veniva posto della terra ricca di minerali ricoperta con escrementi e urina animale o umana, e lasciata a riposare per un anno o due. Successivamente veniva raffinata e il salnitro ottenuto veniva mischiato con lo zolfo e la carbonella finemente trattati. Il miscuglio veniva sottoposto a granitura, ovvero all’umidificazione e all’essicazione, ottenendo così i grani di polvere nera, quindi stoccata in luoghi teoricamente sicuri, i torresin della polvere, creati appositamente per evitare esplosioni. Nella realtà dei fatti gli incidenti capitavano. Nella notte tra il 13 ed il 14 settembre 1569, si verificò un’esplosione ed un incendio all’interno dell’arsenale. Tre torresin provocarono un’esplosione che si udì fino in Friuli. Quello che seguì fu un panorama apocalittico. Nell’arsenale divampò un incendio che durò fino alla mattina del 15 e piovvero su Venezia ceneri e carboni ardenti. I danni furono ingenti e morirono 4 guardie, che si trovavano nei pressi. A Brescia, presso la porta di San Nazaro, all’interno delle mura cittadine dove si ergeva una torre, proprio alla destra del Leone di San Marco, il 17 agosto del 1769 la città venne colpita da un forte temporale, e “allo spuntar dell’aurora” del 18 agosto, un fulmine centrò in pieno la torre, che conteneva, a detta di un anonimo contemporaneo, circa 780 quintali di polvere da sparo. L’esplosione fu enorme, la chiesa di San Nazaro venne spazzata via, così come molti edifici circostanti. Almeno 200 case furono distrutte, 500 danneggiate e distrutti praticamente tutti i vetri della città. Un settimo della città danneggiata o ridotta in cenere. Essendo in area urbana, il bilancio fu tremendo, le cronache del tempo parlano di 400 morti ed almeno 800 feriti.
Tesina d’esame La polvere da sparo nella Repubblica Veneziana, dal XV al XVII secolo – Gianluca Ravasi – Ca’ Foscari - A.A. 2024
Gianluca Ravasi - Studente Magistrale - Ca' Foscari