ARTICOLO DEL GIORNO

12/03/2025

Il doge che cospirò contro la Serenissima

Marino Falier: il doge che desiderava essere signore (e la pagò cara)

Dipinto di Marino Falier (o Faliero) del pittore spagnolo Francisco Pradilla, risalente al 1883. Anni dopo la sua condanna, al posto del suo ritratto ufficiale, nel Palazzo Ducale, venne dipinto un drappo nero con la scritta "Questo era il posto di Marino Falier, decapitato a causa dei suoi crimini". - Wikimedia Commons​

Nell'aprile del 1355, l'ultraottantenne doge di Venezia, Marino Falier, prese segretamente contatti con dei popolani, tra cui molti marinai, per ordire una congiura contro lo stato. Egli aveva infatti intenzione di servirsi dei sentimenti antinobiliari del popolo per abbattere il sistema politico retto dai patrizi e instaurare al suo posto una signoria. Nell'Italia di allora infatti, le signorie avevano preso il posto di quasi tutti i comuni e le repubbliche, e anche a Venezia vi era chi desiderava una cosa simile. Inoltre, Venezia stava allora perdendo una guerra contro Genova e molti ritenevano, in primis i marinai, che fosse per colpa dei patrizi e che il governo di un signore sarebbe stato più efficace. Il Falier incaricò l'ufficiale di marina Bertuccio Isarello di trovare venti popolani disposti a reclutare quaranta uomini ciascuno per la congiura. Di tutti i congiurati, solo cinque sapevano che al vertice della congiura vi era il doge in persona. Il piano prevedeva che la notte del 15 aprile tutti i congiurati, armati, si recassero in piazza San Marco; il doge avrebbe annunciato l'arrivo di una flotta genovese, cosa che avrebbe causato l'arrivo dei patrizi in piazza. A questo punto, i congiurati avrebbero ucciso i patrizi e sparso la voce tra il popolo: dunque il doge sarebbe stato proclamato signore, la nobiltà sarebbe stata abolita e gli uffici politici sarebbero stati affidati ai popolani. La notte prima dell'attuazione del piano però, il doge, forse influenzato dal parere di un ricco popolano suo amico, diede un improvviso contrordine. Questo causò delusione e confusione tra i congiurati, e la notizia del complotto arrivò al patrizio Nicolò Lion. I nobili, dunque, iniziarono la caccia ai congiurati, arrestandone molti. Inizialmente nessuno sospettava che il doge fosse coinvolto: solo dopo diverse torture uno degli arrestati fece il suo nome. Il Falier quindi, posto di fronte alla confessione dei congiurati, ammise la propria responsabilità. Il doge fu quindi decapitato, dopo essere stato privato della berretta dogale, sulla scalinata del Palazzo Ducale, lo stesso luogo dove l'anno prima aveva giurato di servire e difendere la Repubblica.

Oggi vi segnaliamo:



Bibliografia:

Frederic C. Lane, Storia di Venezia, Einaudi, 2015

Giorgio Ravegnani, Il traditore di Venezia. Vita di Marino Falier dogeEditori Laterza, 2017

Autore:

Leone Buggio, studente triennale all'Università Ca'Foscari di Venezia

Data di pubblicazione:
12/03/2025