L'Impero Omayyade
Il primo grande impero islamico
Dopo la morte di Alì nel 661 d.C., Muʿāwiya ibn Abī Sufyān fondò la dinastia Omayyade e trasferì il cuore del mondo islamico a Damasco. Da lì, in pochi decenni, il califfato si estese dalla Persia fino alla Spagna, creando uno dei più vasti e innovativi imperi della storia - Enciclopedia Treccani
Nella ricca e antica storia dell'Islam e dei popoli arabi, pochi imperi sono riusciti a espandersi così rapidamente e con una così grande stabilità come quello Omayyade. Dopo l'assassinio del califfo Alì nel 661 d.C., genero del profeta Maometto, Muʿāwiya ibn Abī Sufyān prese il controllo del califfato islamico dopo una sanguinosa guerra civile e istituì la nuova capitale dell'impero islamico a Damasco, in Siria. La città divenne presto un prospero centro di arti, cultura e innovazione scientifica, nonchè il centro politico più importante del mondo islamico in piena espansione.
Gli Omayyadi erano originari della potente tribù dei Quraish della Mecca, la stessa dal quale proveniva il profeta Maometto, tuttavia essi furono a lungo suoi rivali (originariamente) fino alla loro conversione all'Islam. Fino alla mortè di Alì, Muʿāwiya era stato il governatore della Siria e la sua mossa fu rivoluzionaria, trasformò il Califatto islamico in una monarchia ereditaria rompendo con la precedente tradizione del Califfato elettivo.
Nel giro di pochi decenni l'impero islamico, sotto la nuova dinastia Omayyade, si estese dalla Persia alla Spagna, controllando ampie regioni dell'Asia Centrale, la Mesopotamia, il Nord Africa e la maggior parte della Penisola Iberica. Mai fin dall'epoca Romana un'impero era riuscito a controllare territori così vasti che venivano amministrati da Damasco. Nel 711 la conquista della Spagna segnò un momento chiave, l'Islam giungeva in Europa aprendo una nuova era di scambi e conflitti, ma andando oltre la natura militare dell'impero Omayyade, esso fu anche un incredibile laboratorio politico e amministrativo. L'impero organizzo un efficente burocrazia centralizzata e arabofona che per la prima volta in tanti secoli accettava anche la pluralità religiosa e la convivenza di fedi diverse nei suoi confini.
Ovviamente tale pluralità non va confusa con il moderno concetto di tolleranza religiosa e i cittadini non islamici erano costretti a pagare tasse extra e venivano trattati come cittadini di seconda classe, ma considerando il fatto che nell'Europa cristiana non esisteva spazio per altre fedi questi fatti possono essere considerati di grande innovazione.
Rinaldo Comba, Storia medievale, Cortina, Milano 2012.
Albert Hournai, Storia dei popoli arabi. Tradotto da L. Lamberti. Milano: Mondadori, 2017.
Toniatti Francesco
Master of Arts in International Relations - University of Leiden
Master of Arts in History and Oriental Studies - University of Bologna
Former History Teacher - International European School of Warsaw
03/12/2025