Una minaccia che vien dal mare
Le spedizioni navali portoghesi in India, un esempio del dominio europeo sui mari
Caravelle – immagine creata con intelligenza artificiale
Il Portogallo, tra 400 e 500, non poteva certo dire di essere una grande potenza; anzi guardava con invidia le ricche potenze navali come Venezia, la cui ricchezza derivava anche dal commercio delle spezie provenienti dall’India attraverso le vie carovaniere. Proprio per accrescere il suo peso nello scacchiere internazionale, si mise alla ricerca di un commercio altrettanto fruttuoso, partendo dall’esplorazione della costa occidentale dell’Africa, fino ad arrivare a doppiare il capo di Buona Speranza. Nel 1498 i portoghesi arrivarono alla ricca città indiana di Calicut, grazie alla spedizione di Vasco de Gama, scoprendo così la via marittima che portava all’India. Ovviamente questo era solo l’inizio, ora bisognava instaurare un commercio tra Lisbona e le citta indiane, che già commerciavano con i mercanti musulmani, che navigavano lungo la costa ed avevano un ruolo vitale nel traffico India-Mediterraneo. La svolta avvenne con la seconda spedizione portoghese di Pedro Álvares Cabral del 1500, che chiese, al raja hindu di Calicut di espellere tutti i mercanti musulmani, ma ricevette un rifiuto. I musulmani non presero bene l’arroganza dei nuovi arrivati e li attaccarono durante la loro permanenza a Calicut. I portoghesi ritennero che il responsabile fosse il raja e cambiarono i loro modi, cannoneggiando le navi e le città costiere. Durante quell’esperienza di guerra si resero conto della fragilità delle navi asiatiche e che nessuna forza locale, sarebbe stata in grado di ostacolarli. La terza spedizione, guidata da Vasco De Gama, giunse molto più agguerrita, con la missione di stabilire una flotta permanente nell’area e imporsi lungo tutta la costa occidentale indiana. Nel corso di quella campagna godettero di un iniziale successo, ma deviarono solo in parte il traffico di spezie in modo permanente e allo stesso tempo chiunque volesse commerciare in quelle acque, da lì in avanti, doveva comprare da loro una licenza (cartzes). Alcuni storici ritengono che gli europei riuscirono a imporsi nel mondo per l’elevata competitività, che c’era nei loro mari e che li spinse a sviluppare nuove tecnologie navali militari per colpire e per proteggersi.
Carlo M. Cipolla, Storia Economica dell’Europa Pre-Industriale, Il Mulino, 12 marzo 2009
Jan Glete, La Guerra sul Mare 1500-1650, Il Mulino, 15 settembre 2017
Daniel R. Headrick, Il Predominio dell’Occidente – Tecnologia, Ambiente, Imperialismo, Il Mulino, 20 settembre 2018
09/12/2025