ARTICOLO DEL GIORNO

31/12/2025

Einar Eindridesson

Il miglior arciere vichingo

Einar Eindridesson intento a scoccare frecce in battaglia - Immagine generata con IA

I vichinghi erano, oltre che ottimi branditori di spade ed asce, anche buoni arcieri? Certo che si. Infatti secondo la legge vichinga la persona chiamata in battaglia doveva portare con sé ascia, scudo, spada (se ne possedeva una) ed arco e frecce. Gli arcieri erano tanto abili che i migliori venivano celebrati al pari dei migliori eroi norreni in poemi e saghe. Sul campo di battaglia essi, venivano fatti posizionare dietro la formazione del "muro di scudi" in modo da colpire il nemico a distanza ed essere protetti allo stesso tempo. Ciò delineava una grande versatilità nell'uso delle armi da parte dei norreni, oltre che una grande abilità nelle strategie belliche e nel corpo a corpo. Tra i famosi arcieri delle Saghe nordiche invece, spicca il nome di Einar Eindridesson, soprannominato per la sua abilità con l'arco "tambarskjelve" (corda fluttuante, in norvegese) il quale, intorno all'anno 1000, secondo la saga di re Olaf "the Stout", partecipò ad una gara di frecce contro il suo re Olaf Tryggvason (963 - 1000 c.a.), riuscendo a lanciare una freccia a oltre 1 Km e 300 metri (1500 iarde) di distanza. Nella successiva battaglia navale di Svold, quando l'arco di Einar si ruppe colpito da una freccia, il re Olaf in persona gli diede il suo, ma l'arciere lo descrisse - secondo quanto riporta Snorri Sturlusson - "troppo debole, troppo debole per essere l'arco di un potente re"; a dimostrazione della sua forza e abilità con tale arma e del fatto che la sua professione - l'arciere - godeva di grande rispetto nella cultura bellica scandinava. In particolare Einar, divvenne per un certo periodo anche reggente della Norvegia e poi consigliere di re Magnus "il buono", dopo aver combattuto contro il di lui padre: Olaf Haraldsson "il santo". Con l'avvento al trono di Harald III (1045), le fortune del vecchio Einar finirono: entrò in guerra col nuovo re su questioni di autonomia di potere terriroriale e, nel 1046, venne ucciso con l'inganno dallo stesso Harald.
Nella mitologia norrena, a provare che l'arco e frecce erano armi prese in buona considerazione ce lo testimonia il dio Ullr, associato proprio al tiro con l'arco o la dea Skadi la quale lo usava per cacciare.



Bibliografia:

Charles Francis Keary, Norway and the Norwegians, Kessinger Pub, 2008

Tom Shippey,  Vita e morte dei grandi vichinghi, Odoya, 2021

Autore:

Marco Locatelli, laureando in Scienze Storiche presso Unimi

Data di pubblicazione:
31/12/2025