ARTICOLO DEL GIORNO

22/11/2025

Una serie di sfortunati assedi

Alcuni aneddoti sugli assedi medievali

Un asino con paramenti liturgici con accanto una (fantasiosa) catapulta - Immagine generata con IA

Nei secoli successivi alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, l'Europa medievale perse diverse conoscenze e know how in molti campi, dall'architettura alle tecniche di coltivazione. Un ambito di cui è particolarmente forte questa devoluzione è l'ambito ossidionale: le fonti dell'Alto Medioevo infatti non abbondano di certo di menzioni di macchine di assedio e poche volte esse vengono menzionate, come in occasione dell'assedio di Parigi da parte dei norreni nell'886. A partire dall'XI e XII secolo, però aumentano sempre più le menzioni di macchine d'assedio, soprattutto con la Prima Crociata, menzioni che subirono un'impennata quantitativa con le lotte tra i Comuni italiani e Federico Barbarossa. Dal XIII secolo compaiono regolarmente i nomi degli ingegneri militari che divennero così importanti che uno di loro, lo spagnolo Calamandrino, catturato dai bresciani a seguito di una loro sortita nel campo degli assedianti imperiali, riuscì, grazie alle sue capacità nella costruzione di macchine, a fermare l'assedio di Brescia nel 1238, impedendo la caduta totale del fronte guelfo. Tale professione poteva però essere foriera di incidenti, come quello accaduto nel 1232: in quell'anno un certo ingegnere veronese impegnato nella difesa del castello di Nogarole, assediato dai mantovani. In quell'occasione, egli costruì una macchina d'assedio denominata librilla, rimanendo però in una qualche maniera impigliato e venendo scagliato in aria, atterrando fortunatamente illeso nel campo mantovano. Egli fu più fortunato di quegli asini morti scagliati nel 1289 dai fiorentini oltre le mura di Arezzo vestiti con abiti liturgici allo scopo di dileggiare il vescovo aretino. I fiorentini si mostrarono tradizionalmente nemici di questo animale, tanto che qualche decennio prima, nel 1233, avevano già scagliato cinque asini dentro Siena; i bolognesi, invece, evidentemente più sadici, scagliarono anch'essi un asino, stavolta vivo, dentro le mura di Modena nel 1249. Tali pratiche ovviamente non erano fini a sé stesse, ma avevano lo scopo di alzare il morale degli assedianti e di attaccare psicologicamente l'avversario, suscitando, in ogni caso, una certa ilarità per lo studioso.



Bibliografia:

Aldo A. Settia, Rapine, assedi, battaglie. La guerra nel Medioevo, Laterza, Bari, 2004, pp. 97-135.

Autore:

Fabio Daziano

Data di pubblicazione:
22/11/2025