La maschera della morte
La nascita della divisa del medico della peste
Un medico della peste con la sua classica maschera - Immagine generata con IA
Il medico della peste, con la sua classica maschera a becco, è una delle figure medievali più conosciute; entrate nel nostro immaginario anche folkloristico grazie al suo vestiario particolare e all'aura di impressione e mistero che emanava. Ma come sono nati la sua professione e il suo abito?
Nel XVII secolo, l'Europa venne invasa nuovamente (circa tre secoli dopo la grande epidemia del 1346 -1353) da una mortale epidemia di peste nera (o peste bubbonica) che mise a dura prova la vita dei cittadini dei principali regni europei. Lo stesso Alessandro Manzoni ambienterà il suo "Promessi Sposi" durante la peste del 1647 in Italia. Davanti a questa nuova ma conosciuta minaccia, si sentì il bisogno di trovare nuove misure protettive per curare i pazienti affetti ed al tempo stesso rischiare il minimo possibile di essere contagiati. L'idea venne nel 1619, ad un certo Charles de Lorme - medico di Luigi XIII di Francia - che, migliorando le rudimentali maschere anti-peste del XIV secolo, ideò un indumento protettivo completo. Tale abbigliamento comprendeva: una lunga tunica nera fino alle caviglie, un cappello a testa larga tipico dell'epoca, un paio di scarpe, un bastone per tenere la distanza di sicurezza dal malato e visitarlo senza toccarlo ed una maschera a punta a forma di becco di uccello che copriva l'intero viso (come le moderne maschere antigas). La veste venne perfezionata dallo stesso de Lorme in modo da renderla idrorepellente e, la maschera (già in uso in Italia) venne resa più protettiva inserendovi miscele profumate e un panno con aceto, che dovevano tenere lontano oltre che i cattivi odori anche l'aria potenzialmente infetta.
L'aura di mistero e terrore che incutevano tali medici con il loro vestiario nero e la loro maschera inquietante, entrò ben presto nell'immaginario collettivo venedo accostato all'idea di morte. Un poeta del XVII secolo gli descrive così"I loro cappelli e mantelli, di foggia nuova, sono in tela cerata nera.
Le loro maschere hanno lenti di vetro i loro becchi sono imbottiti di antidoti.
L'aria malsana non può far loro alcun male, né li mette in allarme.
Il bastone nella mano serve a mostrare la nobiltà del loro mestiere, ovunque vadano."
Maria Paola Zanoboni, La vita al tempo della peste. Misure restrittive, quarantena, crisi economica, Editoriale Jouvence, 2021
Marco Locatelli, laureando in Scienze Storiche presso Unimi, e specializzando in Storia Norrena.
13/12/2025