Abbattere un albero per convertire a Gesù
L'azione anti-pagana di San Bonifacio presso i Germani
San Bonifacio, con l'ascia ancora in mano dopo aver abbattuto la quercia sacra, mostra il crocifisso ai Catti. Disegno pubblicato nel 1905 dall'illustratore tedesco Emil Doepler. - Wikimedia Commons
Il monaco anglosassone Wynfrith, dopo aver scelto di dedicare la vita alle missioni nel continente, nel 722 si recò fino a Roma in pellegrinaggio, dove ricevette da papa Gregorio II il nome di Bonifacio, la nomina a vescovo e l'incarico di evangelizzare le popolazioni germaniche stanziate ad est del Reno. Bonifacio si inoltrò dunque in Germania, utilizzando come base operativa un avamposto militare franco situato a Buraburg, sulla riva occidentale del fiume Eder. I progetti di evangelizzazione della Germania si legavano infatti al desiderio del Regno dei Franchi di espandere la propria influenza ad est. Sulla sponda opposta del fiume, vi era il villaggio di Geismar, abitato dalla popolazione germanica dei Catti. Nel villaggio si trovava una grande quercia presso cui si compivano riti e sacrifici, ritenuta sacra al dio Donar, meglio noto come Thor e chiamato Giove dalle cronache latine di allora. Mentre si trovava a Geismar, Bonifacio, su consiglio dei Germani già convertiti, abbatté a colpi d'ascia la quercia. Quella che potrebbe sembrare una mossa avventata e rischiosa era in realtà ben studiata: i Franchi infatti, stanziati sull'altra sponda del fiume, erano pronti a intervenire per proteggere i missionari, e Bonifacio sapeva che i Germani erano convinti che ci avrebbe pensato il dio a punire chi distruggeva i suoi simboli. Sapendo che invece non sarebbe accaduto nulla, il monaco voleva dimostrare l'infondatezza delle credenze pagane e la superiorità del Dio cristiano. Le cronache cristiane raccontano infatti che, dopo questo episodio, molti Germani, fino ad allora renitenti, abbracciarono la nuova religione, accettando in massa il battesimo. Bonifacio e i suoi compagni usarono quindi il legno della quercia per edificare una cappella dedicata a San Pietro, base della futura abbazia di Fritzlar. Il monaco Willibald, compagno e biografo di Bonifacio, aggiunse dei dettagli miracolosi al racconto della vicenda: subito dopo i primi colpi di ascia, un fortissimo vento avrebbe fatto crollare l'intera quercia, che cadendo a terra si sarebbe spezzata in quattro pezzi di uguale lunghezza e grandezza, segni dell'evidente intervento divino nella conversione dei pagani.
Anna Rapetti, Storia del monachesimo medievale , il Mulino, 2013
Claudio Ferlan, Storia delle missioni cristiane: dalle origini alla decolonizzazione , il Mulino, 2023
20/11/2025