Una foto di famiglia dal retroscena macabro

La fine tragica dei Romanov

Un ritratto della famiglia Romanov - Wikimedia

Ekaterinburg, 17 luglio 1918. Qui, nella così nota "Casa Ipat'ev" (o Casa di destinazione speciale), riconoscibile per la sua eleganza rispetto al paesaggio industriale circostante e per le alte palizzate che ne impediscono la vista all'interno, un uomo venne svegliato in modo brusco da delle persone in divisa e gli venne, come al resto della sua famiglia, intimato di prepararsi in fretta. L'uomo, di statura bassa, folta barba e occhi azzurro chiaro si vestì con i migliori abiti, poi con tutto l'amore che un padre possiede, svegliò il figlio e lo portò in braccio fuori dalla stanza in quanto emofiliaco. I due erano lo zar Nicola II e lo zarevic Aleksjei, o meglio l'ex zar e l'ex zarevic; in quanto NIcola aveva abdicato un anno prima per non far precipitare ulteriormente gli eventi della Rivoluzione di Ottobre del 1917 -18. Da quel momento lui e la sua famiglia erano stati trattati sempre peggio, come prigionieri, fino a ritrovarsi la notte del 17 Luglio 1918 nella Casa Ipat'ev; vittime delle angherie dei loro carcerieri ed isolati dal resto della Russia. Una volta che l'ex famiglia imperiale (Nicola, la moglie Alexandra, Aleksjei e le sorelle) fu pronta, Jurovskij (il comandante della casa) con la scusa che l'incolumità dei Romanov fosse a rischio a causa dell'arrivo dei menscevichi, li fece portare con le valigie in uno scantinato umido e freddo dicendo loro che sarebbero poi dovuti partire per un'altra casa sicura. Nicola diede ordine, il suo ultimo, che fossero portate due sedie: una per lui (lo zarevic stava sulle sue gambe) e una per la moglie, mentre in piedi attorno a loro stavano le figlie e due domestici. Jurovskij fece mettere in posa la famiglia, con la scusa di una foto ufficiale prima di andarsene (Nicola II aveva la passione per la fotografia ed i filmati), ma, invece di scattare, lesse la condanna a morte che il Soviet di Pietrogrado aveva stilato per lo zar e la sua famiglia. Nicola, incredulo, riuscì solo a dire: "Cosa? Cosa?" prima di essere colpito per primo dai proiettili e cadere a terra seguito dalla sua famiglia, finita poi con le baionette. Finiva così dopo 300 anni la dinastia Romanov.



Bibliografia:

Henri Troyat, Nicola II. L'ultimo zar e la tragica fine dei Romanov, Paoline Editoriale Libri, 2016

Autore:

Marco Locatelli, laureando in Scienze Storiche presso Unimi

Data di pubblicazione:
2025-09-04